«Allarmati per l’uso politico di Santa Sofia»
27 giugno 2017
La Conferenza delle chiese europee critica la decisione di Erdogan di concedere la basilica, oggi museo, per una lettura coranica
Ci siamo occupati ieri della forzatura messa in atto in Turchia dal presidente Recep Erdogan che ha autorizzato la lettura del Corano all’interno della Basilica di Santa Sofia, che dal 1935 è stata adibita a museo e il cui utilizzo quale luogo di culto è, o per meglio dire era, proibito.
Alla preghiera ha partecipato anche il responsabile per gli affari religiosi turco Mehmet Gormez, mentre il tutto veniva trasmesso in diretta televisiva.
Prende posizione a riguardo la Conferenza delle chiese europee, la Kek, che raggruppa 115 chiese ortodosse, protestanti, anglicane del vecchio continente, e che in un comunicato stampa si dichiara «allarmata da questo utilizzo a fini politici di uno dei maggiori santuari culturali e religiosi dell’umanità. La storica chiesa è stato centro spirituale del cristianesimo per più di 1000 anni, prima di esser per molti secoli una moschea, punto di riferimento della comunità islamica. La decisione di farne un museo in una Turchia laica nelle sue istituzioni, fu un gesto coraggioso dei leader nel 1935. La sua inconfondibile silhouette che domina lo skyline di Istanbul è quindi un punto di incontro di culture e religioni che si intersecano, e la decisione di farne un museo ne ha fatto un grande simbolo della moderna Turchia, nazione capace di garantire la libertà di religione e fede per i suoi cittadini».
Il documento si conclude ricordando la posizione strategica della città e il ruolo di stabilizzatore dell’area che per questo motivo dovrebbe svolgere: «Istanbul si trova al crocevia fra Europa, Medio Oriente e Asia, e in quanto tale il suo ruolo è chiave nel mantenere la pace fra vari blocchi politici e varie civiltà. La Conferenza delle chiese europee esosrta le autorità turche ad assicurare la prosecuzione di questo ruolo storico e unico».
La Basilica di Santa Sofia venne terminata nel 562, su una decisione dell’imperatore Giustiniano I che voleva dotare il mondo cristiano di un monumenti senza pari per dimensioni e fasto. Al momento della presa di Costantinopoli durante la quarta crociata Santa Sofia divenne cattolica, dal 1204 fino al 1261, anno della riconquista della città. Dal 1453, anno della vittoria ottomana guidata dal sultano Maometto II, fino al 1935 svolgerà quindi la funzione di moschea. Sarà il primo presidente della repubblica di Turchia, Ataturk, ha decidere di adibirla a museo per tentare di trasformarla in un simbolo per tutti i turchi, di ogni religione in quanto ogni religione vi è stata ospitata.