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Pinerolo è il comune del territorio delle valli valdesi che più sta cercando di adeguarsi alla nuova legge regionale che regolamenta l’uso delle slot machine in bar e tabaccherie.

A maggio dello scorso anno la Regione Piemonte ha emanato la legge per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico. La legge non si limita a normare la restrizione degli orari, ma si propone, in tre anni, di imporre l’assenza di questi dispositivi dalle zone che vengono definite “sensibili”: le aree prossime agli istituti scolastici, ai luoghi di culto, agli impianti sportivi, agli ospedali, agli istituti bancari. Altri punti salienti della legge sono il divieto di pubblicità e il sostegno ad attività di informazione e sensibilizzazione sui fattori di rischio nella pratica del gioco da parte di associazioni dei consumatori e degli utenti.

Con l’ordinanza emessa da Pinerolo quasi un anno fa, il 30 settembre 2016, si stabiliva che, a partire dal 30 ottobre successivo, tutti gli esercenti, con all’interno dei loro locali slot machine e apparecchi per videopoker, dovranno tenerli spenti da mezzanotte alle 12 e dalle 18 alle 20.

Con questa decisione, Pinerolo si allineava alla legge regionale che impone ai comuni di adeguarsi a tali restrizioni, di cui dà indicazioni di massima, come il numero di ore minimo di inattività di questi apparecchi.

«Mi sono impegnato personalmente su questa ordinanza – spiegava a ottobre Luca Salvai, sindaco di Pinerolo su Rbe – perché ritengo quello del gioco d’azzardo un grave problema sociale che necessita di misure d’intervento di una certa entità. Abbiamo stabilito degli orari restrittivi per il gioco d’azzardo, che vanno dalle 14 alle 18 e dalle 20 alla mezzanotte, in linea con altre realtà del territorio che già da tempo hanno adottato questo tipo di provvedimenti, come Alpignano, Rivoli e alcuni comuni della Val Susa».

Le sanzioni per coloro che non rispettano gli orari previsti vanno dai 500 ai 1.500 euro per ogni apparecchio. Sono in molti a non essere soddisfatti di questa decisione del Comune, a partire dagli esercenti, come avevamo raccontato a ottobre. A Pinerolo, tuttavia, l’ordinanza non è stata impugnata, a differenza di quanto fatto a Torino, dove si attende ancora la sentenza al Tar.

I controlli continuano, ma a volte non sono sufficienti. La consigliera di minoranza Enrica Pazè, di Pinerolo in Comune, ha rivolto la scorsa settimana un’interrogazione in consiglio comunale alla maggioranza a cinquestelle di chiarimento sui controlli antislot. «La mia mozione – ha spiegato Pazè – è nata dai manifesti presenti in città, in centro e sulla tangenziale, che pubblicizzavano le sale gioco, una promozione vietata dalla legge regionale e dall’ordinanza comunale. Mi rendo conto che gli agenti non possano sempre controllare tutto il territorio, ma quei manifesti vanno rimossi».

«L’interrogazione della consigliera Pazè – ha commentato Lara Pezzano, assessora alle politiche sociali a Pinerolo – è stata positiva: aumenteremo i controlli, ma non è facile stare dietro a tutto anche soltanto per quanto riguarda i controlli sul rispetto dei termini della legge regionale sulle slot machine. Sul rispetto degli orari, oggetto dell’ordinanza, riusciamo a farli rispettare, ma sul controllo della pubblicità, lì la situazione è un po’ anarchica e di difficile controllo. Proveremo a impegnarci di più»

In Italia il gioco d’azzardo è un problema sempre più grande per le famiglie e un affare sempre più lucroso per i privati, come dimostrava un’inchiesta pubblicata su L’Espresso. È importante che la magistratura amministrativa si esprima al più presto anche in Piemonte come ha già fatto in Lombardia.

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