Pragelato vuole rinascere con gli sport di montagna
12 aprile 2017
Il comune olimpico ha presentato un progetto per superare la pesante eredità di Torino 2006
Pragelato è stato uno dei siti olimpici di Torino 2006, dove si sono svolte le gare del salto con gli sci. Sul suo territorio vennero costruiti i due grandi trampolini del salto e i tre più piccoli d’allenamento, dopo aver smantellato la storica seggiovia del Clot de la Soma, in centro paese.
Prima delle Olimpiadi, Pragelato, attraverso il suo territorio di circa 90 kmq formato da 19 frazioni, offriva una buona offerta turistico-ricettiva come meta sciistica nella stagione invernale e località di villeggiatura e turismo montano e ciclistico nel corso del periodo estivo. La stazione sciistica di Pragelato, ancora priva della funivia di collegamento con la Via Lattea, lavorava autonomamente e aveva all’attivo 6 impianti di risalita su una superficie di circa 8 kmq di bosco di abeti. La scelta di Pragelato come sede di gare olimpiche fu una grande occasione di rilancio del comune a livello turistico e sportivo perché vennero realizzati lo Stadio del Salto, lo Stadio del fondo e la funivia di Pattemouche, in grado di collegare questa località con il comprensorio sciistico della Via Lattea, che conta su 300 km di piste ed è frequentato da turisti che arrivano da tutto il mondo.
Nel corso dei Giochi Invernali di Torino 2006, Pragelato fu sede delle gare di salto, sci nordico e combinata nordica, e tutti speravano che quella vetrina, insieme ai quasi 25 milioni di euro investiti soltanto per i trampolini, potessero almeno durare nel tempo e diventare un polo sportivo d’eccellenza in grado di attrarre i professionisti della specialità. Invece, dopo i Giochi, «i trampolini – racconta la sindaca di Pragelato, Monica Berton – sono stati utilizzati soltanto un paio di volte nei tre anni successivi, di cui l’ultima nel 2009, più di otto anni fa». Molti avevano predetto il fallimento, ma non vennero ascoltati, ma ormai non è più tempo per cercare i colpevoli.
Ora l’amministrazione ha approvato un progetto per far rinascere l’area, sotto il nome di Pragelato Natural Terrain, già attivo dal 2014. Il progetto prevede la realizzazione di un campus degli sport di montagna per rivitalizzare l’area e prevede un costo di 5,6 milioni di euro. I soldi dovranno arrivare dalla Fondazione XX Marzo, la realtà che Regione Piemonte, Comune di Torino ed ex provincia, ora Città Metropolitana di Torino, costituirono per amministrare e gestire le strutture post-olimpiche. Il 5 ottobre dello stesso anno venne costituita la società Parcolimpico srl, a cui è stata affidata la gestione dei siti olimpici mediante l’organizzazione di attività ed eventi. Con l’entrata in vigore della legge 65/2012 alla Fondazione è stato affidato il compito di utilizzare le risorse rimaste per la manutenzione straordinaria e la riqualificazione degli impianti. L’esecuzione dei lavori è stata demandata a Scr Piemonte, la società della Regione che affida i lavori e gli appalti pubblici che ora dovrà stabilire chi realizzerà le opere contenute nel nuovo progetto di Pragelato.
Il 5 aprile la sindaca di Pragelato, Monica Berton, è stata ricevuta dalla Città Metropolitana e afferma di aver avuto «buone sensazioni», come ha raccontato in Tutto Qui, su Radio Beckwith evangelica. «L’incontro di oggi – spiega – non decide ancora i finanziamenti. La città metropolitana è la proprietaria di quell’area di dieci ettari in pieno centro a Pragelato. È stato un passaggio fondamentale che ci fortifica e che sarà sostenuto politicamente dalla Città Metropolitana. Il prossimo passaggio sarà con la Fondazione XX Marzo, che già conosce il progetto e che sarà fondamentale per poter accedere alla terza tranche del tesoretto post-olimpico, di cui noi chiediamo i 4 milioni di euro che ci consentiranno di riqualificare l’area». Il progetto di riqualificazione, il campus degli sport di montagna, prevede lo smantellamento dei due grandi trampolini olimpici, mantenendo i tre più piccoli che permetteranno di continuare la formazione e l’avviamento allo sport del salto con gli sci, che al momento ha 90 professionisti in Italia con il polo di riferimento internazionale a Predazzo (Tn), in val di Fiemme. Inoltre, prevede il prolungamento della brevissima seggiovia realizzata per portare gli atleti in cima ai trampolini, ricalcando il percorso che era della vecchia seggiovia del Clot della Soma e adattandola anche a trasportare le bici durante la stagione estiva, realizzando inoltre piste di discesa utilizzabili dalle mountain bike durante l’estate e dagli sciatori in inverno. La torre dei giudici di gara, oggi inutilizzata, verrà invece trasformata in un albergo.
Il progetto prevede il concreto e definitivo collegamento invernale con il comprensorio della Via Lattea. Su questo punto bisognerà prevedere anche di risistemare la seggiovia della Conca del Sole, ormai in disuso e inutilizzabile: per rifarla servono oltre 600.000 euro.
Complessivamente, il comune di Pragelato prevede di contribuire a questo progetto con circa 800.000 euro e una cifra simile dovrebbe essere coperta da investitori privati, anche se su questo aspetto l’amministrazione si è per ora limitata a dichiarazioni d’intento. Quali saranno gli sviluppi e i tempi dipenderà anche dalla flessibilità di Fondazione XX Marzo e Città Metropolitana nei confronti degli aspetti ancora meno chiari e definiti.