Il Consiglio ecumenico delle chiese esorta a troncare «la cultura dell’impunità» in Siria
07 aprile 2017
Preghiamo il Dio della giustizia e della pace perché accompagni il popolo siriano in questi momenti critici e dolorosi»
Articolo tradotto da Sae.
Sulla scia delle nuove notizie relative a un terribile attacco con le armi chimiche nella Idlib Governance della Siria, Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), ha invitato a un cambiamento culturale nella regione e ha espresso profondo cordoglio alle famiglie delle vittime.
Molteplici fonti confermano che più di 70 persone sono morte, compresi 20 bambini, nel villaggio di Khan Sheikhoun.
«Questo attacco e molte altre incursioni aeree hanno preso di mira le popolazioni civili, tra cui donne e bambini», ha detto Tveit. «Il Consiglio ecumenico delle Chiese ritiene che questi attacchi, così come tanti altri crimini di guerra, crimini contro l'umanità e atrocità insopportabili, siano purtroppo ancora in corso contro una popolazione civile innocente, perché la cultura dell'impunità è mantenuta in Siria e in tutta la regione».
Tveit ha esortato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a porre fine a questa impunità indagando su questi crimini e instituendo meccanismi di responsabilità che porteranno tutti i responsabili a processo. Le notizie della notte ci dicono che al momento sono gli Stati Uniti ad aver rotto gli indugi, con una soluzione militare.
«Il Cec esprime la sua profonda solidarietà alle famiglie delle vittime, e prega che Dio conceda loro conforto e curi le ferite», ha concluso Tveit. «Preghiamo anche il Dio della giustizia e della pace perché accompagni il popolo siriano in questi momenti critici e dolorosi».