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Dalla fine di gennaio, El Niño Costero – ossia un innalzamento spropositato della temperatura delle acque dell’Oceano Pacifico concentrate nella zona costiera peruviana e ecuadoregna – sta provocando piogge forti e tempeste, che hanno colpito il nord del Perù con inondazioni, fiumi di fango e cedimenti del terreno.

Negli ultimi giorni, la situazione in Perú si è aggravata drasticamente e secondo gli ultimi dati forniti dalla protezione civile locale ci sono quasi 100 morti, circa 18.000 abitazioni sono distrutte e inabitabili, 7.000 ettari di coltivazioni sono andati perduti, 928 istituzioni educative sono deteriorate e 639.000 sono le persone colpite in totale, direttamente e indirettamente.

Essendo le strade impraticabili, risulta difficile raggiungere le zone remote più colpite e distribuire cibo e altri aiuti di prima necessità.

La Chiesa anglicana in Perù ha nominato la Commissione «Aiutaci ad aiutare gli altri», per sostenere le comunità più vulnerabili. Dopo aver visitato le zone colpite vicino a Lima, la capitale del Perù, la Commissione ha individuato piccole comunità di circa 75 persone che hanno ricevuto un aiuto iniziale, e ora sono abbandonate a loro stesse. Le case e le piccole imprese sono state distrutte o gravemente danneggiate, molti hanno perso la maggior parte dei loro averi. Alcune famiglie hanno ricevuto una sistemazione temporanea, mentre altre sono ancora in attesa. Non essendoci servizi igienici, aumentano i rischi per la salute.

Si sono mobilitate anche le chiese wesleyane della regione con l’invio di autobus pieni di gente, cibo, acqua e altri rifornimenti. Il Soprintendente generale dr. Wayne Schmidt ha annunciato «Un progetto di aiuti di emergenza Wesleyano» (Werf), che sta raccogliendo aiuti a favore della Wesleyan Pilgrim Church of Peru, Sud America.

A inizio aprile le terribili inondazioni si sono abbattute anche sul sud della Colombia. In particolare le piogge hanno generato una gigantesca frana che ha letteralmente travolto la città di Mocoa, 500 chilometri a sud di Bogotà, nella provincia di Putumayo. L’impressionante smottamento ha sommerso di fango e detriti molti edifici e abitazioni, cancellando interi quartieri della piccola città colombiana, che sorge alle pendici delle Ande. Secondo le autorità colombiane al momento ci sarebbero almeno 200 morti, 400 feriti e oltre 200 dispersi.

Inoltre i tre fiumi, il Mocoa, il Mulato e il Sancoyaco, che attraversano Mocoa, non avrebbero retto alla mole di acqua caduta in pochissimo tempo, straripando in più punti, con conseguenti inondazioni. Mobilitate tutte le forze armate del paese per portare i primi soccorsi alla popolazione e recuperare i superstiti sotto l’immensa colata di fango.

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