Il numero di chiese evangeliche in Portogallo è sceso da 1.630 nel 2000 a 964 nel 2016, secondo Evangelical Focus. I numeri sono calati nonostante nello stesso periodo siano state fondate più di 300 nuove chiese.
Le statistiche, fornite dalla ricerca compiuta dal Mission Advisory Board della Alleanza evangelica portoghese, suggeriscono che il numero di cristiani evangelici in Portogallo si aggiri intorno alle 46.900 unità, anche se altre ricerche parlano di 150.000. Secondo una stima per difetto gli evangelici portoghesi rappresentano lo 0,4% della popolazione.
322 chiese sono state fondate in Portogallo dal 2000, e il 39% dei battesimi nello stesso periodo sono frutto del lavoro delle chiese di nuova fondazione. I numeri complessivi sono ancora calati, anche se ci sono ancora più chiese evangeliche di quante ce ne fossero nel 1980 (894 congregazioni).
Una delle motivazioni del declino sarebbe la migrazione dei credenti nei loro paesi di origine. Lo studio afferma che la grande crescita avvenuta all’inizio del secolo sia dovuta all’arrivo dei rimpatriati dalle ex colonie portoghesi, e degli immigrati brasiliani. L’afflusso di immigrati renderebbe l’evangelismo portoghese una «religione importata» rivolta agli stranieri, non ai cittadini portoghesi.
Inoltre ad incoraggiare il declino sarebbe anche «la tendenza a centralizzare tutte le attività della Chiesa in un unico luogo». La maggior parte degli evangelici portoghesi (sette su 10) vivono in uno dei tre distretti: Lisbona, Porto e Setúbal.
L’adesione media ad una chiesa evangelica è di 49 membri. Nelle città il numero sale a più di 50, mentre nelle zone rurali la media è inferiore a 20. In alcune regioni la chiesa è quasi «invisibile».
Lo studio evidenzia inoltre che la maggior parte delle chiese evangeliche non hanno «coinvolgimento in missioni interculturali», in un momento in cui – data la posizione geografica strategica del Portogallo – sarebbe opportuno allacciare rapporti e collaborazioni con la comunità musulmana presente nel paese.
Lo studio conclude che le chiese fanno troppo affidamento sulle risorse umane e finanziarie estere. Tra le sfide future da cogliere c’è la formazione di una nuova generazione di leader: il 24% dei pastori portoghesi è di età superiore ai 60 anni, mentre solo il 18% è di età inferiore ai 40.