Le 95 Tesi di Lutero: le indulgenze
02 marzo 2017
Rubrica «La Riforma Protestante. Fatti, personaggi, idee», a cura del pastore C. Pasquet, andata in onda domenica 26 febbraio durante il «Culto evangelico», trasmissione di Radiouno a cura della Fcei
Quest’anno i protestanti celebrano un avvenimento di 500 anni fa: la Riforma della Chiesa. Essa viene fatta convenzionalmente iniziare con un gesto compiuto dal monaco Martin Lutero il 31 ottobre 1517. In quella data egli avrebbe affisso sul portone della chiesa di Wittenberg, città dove insegnava le Sacre Scritture, un manifesto contenente 95 tesi che vertevano sulla necessità di cambiare la chiesa del suo tempo. Non si tratta però di un manifesto di propaganda e neppure di un riassunto di tutte le idee riformatrici che prenderanno corpo negli anni a venire. Lutero scrive molte di queste tesi in modo interrogativo, questioni aperte sulle quali vuole che la chiesa si interroghi. Sono infatti delle riflessioni, inizialmente scritte in latino, che volevano aprire una discussione generale su un tema ben preciso: la predicazione delle indulgenze fra le popolazioni della Germania cristiana.
Le indulgenze erano lettere, emesse dal papa di Roma, che garantivano a chi le acquistava il perdono dei peccati personali e dei propri cari defunti. Un monaco di nome Tetztel era particolarmente bravo nel proporre la vendita di queste lettere sulle pubbliche piazze. Pare che avesse coniato anche uno slogan che in italiano suonerebbe più o meno così: «Appena il soldo nella cassetta salta, subito l’anima in paradiso balza».
Il papa Leone X promuove con foga la vendita delle indulgenze: ha bisogno di denaro per portare a termine la grandiosa realizzazione della basilica di San Pietro in Roma. Ma sbaglieremmo a considerare la cosa come una mera operazione commerciale. Le indulgenze mettono in luce, in modo paradossale, una comprensione che la chiesa aveva di se stessa come unica mediatrice della salvezza. Attraverso l’intercessione della chiesa infatti si poteva giungere al Paradiso sfuggendo ai tormenti del Purgatorio. Fuori della chiesa questo era considerato impossibile.
Lutero reagisce enunciando, nelle 95 tesi, alcune idee che saranno poi approfondite dai riformatori negli anni seguenti: considerazioni sulla misericordia di Dio, sulla giustizia che proviene da Lui e sul primato della Bibbia rispetto a quanto la chiesa insegna. Egli denuncia gli equivoci che le dottrine delle indulgenze possono far scaturire nel popolo cristiano, facendogli scordare che l’unica fonte di grazia, di perdono e di riconciliazione con Dio risiede in Gesù Cristo e non nella chiesa.
Le 95 tesi saranno tradotte dapprima in tedesco e poi in molte altre lingue, e avranno un grande successo perché l’Europa cristiana sentiva il bisogno di un cambiamento radicale.
Tale cambiamento si chiamerà Riforma protestante e sarà frutto del pensiero e degli scritti, non solo di Lutero, ma di molti altri che, ispirati da lui, cercheranno di rimettere in luce il primato di Cristo e della sua Parola.