In una lettera congiunta inviata al Ministro degli Interni, i responsabili di cinque chiese inglesi hanno espresso la loro preoccupazione per l’annuncio del Governo di sospendere il programma di reinsediamento sicuro dei minori non accompagnati richiedenti asilo nel Regno Unito.
Nel maggio 2016 il Parlamento inglese si era impegnato ad offrire asilo ai bambini rifugiati non accompagnati, accogliendo l’emendamento presentato da Lord Dubs, e modificato in seconda battuta. L’intenzione di sospendere il programma è stata resa nota la scorsa settimana in una dichiarazione ministeriale.
Nella lettera inviata alla ministra Amber Rudd, i leader dell’Unione battista della Gran Bretagna, della Chiesa di Scozia, dei Quaccheri in Gran Bretagna, della Chiesa riformata Unita e della Chiesa metodista sollecitano il governo a riconsiderare il provvedimento e ad adottare una politica che privilegi il benessere dei bambini. Inoltre la dichiarazione mette in evidenza il lavoro già fatto da chiese e gruppi nell’offrire accoglienza e sostegno ai bambini rifugiati e alle famiglie, e incoraggia un approccio che cerchi attivamente di lavorare in rete con queste agenzie, piuttosto che delegare l’accoglienza alle sole autorità locali.
La pastora Lynn Green, segretario generale dell’Unione battista inglese, ha detto: «Ho visitato alcuni dei campi temporanei e sono stata profondamente colpita sia dalla umanità di chi ci vive, sia dalla vulnerabilità dei minori non accompagnati e dei giovani che cercano rifugio all’interno di quelle comunità. Molti sono già stati derubati di gran parte della loro infanzia, noi abbiamo la responsabilità morale di fare tutto ciò che possiamo per proteggerli e fornire loro luoghi di rifugio e sostegno».
Il pastore Russell Barr, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, ha dichiarato: «Esortiamo i ministri del governo del Regno Unito a riconsiderare il provvedimento e siamo disposti a lavorare con il Ministero degli Interni affinché si raggiunga il più presto possibile l’obiettivo di dare accoglienza a 3000 bambini. Come cristiani crediamo che ci sia un imperativo morale ad «amare il prossimo», indicato da Gesù nella parabola del Buon Samaritano, nella quale chiunque si trovi nel bisogno è definito come il prossimo, senza distinzione di razza, nazionalità, religione, lingua o cultura».
Kevin Watson, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa Riformata Unita, ha aggiunto: «Noi condanniamo questa decisione del governo, che deve fare tutto ciò che è in suo potere per riconoscere e sostenere i diritti dei bambini in fuga dal conflitto».
Il pastore Roger Walton, presidente della Conferenza metodista, ha commentato: «Non è una questione di gestione delle risorse, ma piuttosto una questione di volontà politica. Il modo in cui trattiamo i più vulnerabili è segno di che tipo di società vogliamo essere».
Infine Paul Parker, leader dei Quaccheri inglesi, ha dichiarato: «La possibilità di chiedere asilo è un diritto umano, e la disponibilità a fornirlo è un atto di umanità basilare. Se l’effetto della decisione del governo è che un bambino per accedere in Gran Bretagna rischia la vita sul retro di un camion, allora come Paese dobbiamo fare di meglio».