«Una persona, un albero»
21 dicembre 2016
L’iniziativa di rimboschimento in Burundi dell’Agenzia di sviluppo della chiesa episcopale statunitense e quella anglicana locale
Traduzione da: anglicannews.org
La messa a dimora di alberi per celebrare occasioni speciali come confermazioni, battesimi e matrimoni è ormai una pratica diffusa in molte zone dell’Africa centrale e meridionale; un’idea suggerita in passato, perché praticata, soprattutto dai giovani anglicani ambientalisti.
In Burundi oggi si sta facendo un passo ulteriore – grazie ad un’iniziativa di sensibilizzazione e di rimboschimento della Episcopal Relief & Development, l’Agenzia di sviluppo della chiesa episcopale statunitense –, si cerca di piantare un albero per ognuno dei 10 milioni di abitanti del paese; la chiesa anglicana del Burundi spera di raggiungere questo obiettivo: «Una persona, un albero», entro i prossimi cinque anni.
L’idea è nata per proteggere e salvaguardare le foreste e migliorare l’ambiente in cui poter vivere.
Un recente rapporto, uscito la settimana scorsa, ha mostrato quanto la messa a dimora di alberi su una collina abbia garantito la sicurezza per i rifugiati che vivono sulla collina di Rutana, un ambiente trasformato oggi e completamente vivibile per i profughi della Tanzania che hanno deciso di far diventare quella zona, prima impervia, la loro casa.
La chiesa anglicana in questi anni ha fatto sorgere in Burundi molte aziende vivaistiche e oggi intende raggiungere un altro obiettivo ambizioso: mettere a dimora il primo milione di alberi su terreni pubblici e privati entro quest’anno.
Alla cerimonia di lancio dell’iniziativa avvenuta a Muhuta, comune della provincia di Rumonge, i responsabili della locale chiesa anglicana sono stati raggiunti da rappresentanti del governo e organizzazioni della società civile per piantare insieme i primi alberi lungo il lago Tanganica.
L’arcivescovo Martin Nyaboho ha ricordato che la popolazione del Burundi intende agire in modo responsabile nei confronti del proprio ambiente e il ministro della Cultura ha ringraziato la chiesa anglicana per il contributo e l’iniziativa di sensibilizzazione indirizzata alla popolazione; la riduzione delle aree boschive potrebbe avere gravi conseguenze in futuro. Il Burundi ha già perso il 22% del suo habitat forestale e boschivo tra il 1990 e il 2005, proprio a causa della deforestazione.