Un milione di poveri in Svizzera
09 novembre 2016
Per l’Esercito della Salvezza, la Caritas e la Croce Rossa aumenta il numero di persone bisognose che chiede aiuto ad enti assistenziali
«Aumenta il numero di persone bisognose e che chiede aiuto a enti assistenziali in Svizzera per coprire necessità elementari che dovrebbero essere soddisfatte dallo Stato», è apparso ieri sul Corriere del Ticino e su Rsi.ch, la Radiotelevisione Svizzera.
Un dato allarmante lanciato in conferenza stampa a Berna dall’Esercito della Salvezza, dalla Caritas e dalla Croce Rossa Svizzera (Crs), riunitesi per presentare la loro ricerca congiunta, allarmante, e per chiedere il potenziamento del welfare statale a politici e istituzioni: «l’assistenza privata non può sostituirsi allo Stato, bisogna rafforzare l’aiuto sociale pubblico».
Da dieci anni, come denunciano le tre organizzazioni, gli enti pubblici si stanno disinteressando e operando pericolosi tagli.
Per confutare tali dati le tre organizzazioni hanno presentato lo studio congiunto dal quale emerge, in modo chiaro, che l’intervento pubblico si sta lentamente erodendo, mentre è in aumento, tra i bisognosi, il ricorso prestazioni erogate da privati: «assistiamo a una privatizzazione dell’aiuto sociale. Non vogliamo un ritorno alla mendicità» e hanno proseguito, in Svizzera «un milione di residenti vive in stato di completa povertà».
Accanto ai classici rischi di povertà come l’anzianità, l’invalidità, la malattia e la disoccupazione, ve ne sono altri nuovi, ha ricordato Daniel Röthlisberger dell’Esercito della Salvezza, ad esempio il lavoro non remunerato.
Dalla ricerca emerge anche un altro fenomeno in aumento: quello di persone non informate a sufficienza sui propri diritti e sugli aiuti giuridici disponibili.
Il responsabile della ricerca, Carlo Knöpfel, ha rilevato quanto, nei dieci anni presi in considerazione dalla Ricerca (2005-2015), gli enti assistenziali siano diventati attori indispensabili per la sopravvivenza di molte persone.
Oltre ad insistere sulle responsabilità dello Stato, le tre organizzazioni hanno chiesto maggior coordinamento tra tutti gli attori utili a garantire un adeguato welfare del Paese: Confederazione, Cantoni, enti assistenziali, beneficiari ed economia privata.