Perché un pastore evangelico chiede scusa in Africa
07 novembre 2016
A Bangui nella Repubblica Centafricana il gesto del pastore Alain Stamp legato al passato coloniale francese
La scena si è svolta a Bangui. Circa 350 persone, pastori e responsabili di chiese evangeliche giunti nella capitale della Repubblica Centrafricana da tutto il paese per partecipare ai 4 giorni di lavoro del forum organizzato dall’Alleanza evangelica centrafricana.
Salito sul palco, il pastore Alain Stamp, uno dei membri del Consiglio nazionale degli evangelici francesi (Cnef), pronuncia queste parole: «Credo di avere di fronte a voi un doppio handicap: essere bianco e essere francese. Chiedo perdono per le azioni gravi, inammissibili e rivoltanti che il mio paese ha commesso in Centrafrica, ed esprimo il mio rincrescimento e la mia vicinanza a voi tutti». La reazione della platea è un tripudio di gioia e partecipazione.
Interrogato in merito alle dichiarazioni appena rilasciate il pastore ha commentato di esser stato spinto a pronunciarle dopo aver parlato con un pastore locale che ha palesato le pesanti responsabilità della Francia nell’attuale situazione di povertà e crisi sociale che vive la nazione.
«Sentendo le parole di quest’uomo - ha proseguito Stamp - mi sono reso che come cristiano e come pastore avevo perso ogni mia credibilità davanti a tanto orrore. Pensavo che l’avrei persa davanti a tanti pastori e uomini di fede seduti davanti a me. Da qui le mie parole, che volevano agevolare l’avvio di una relazione spirituale confidenziale con i miei interlocutori». Il gesto ha avuto conseguenze inattese, come quella di un gruppo di giovani che a loro volta hanno voluto esprimere il proprio pentimento per le azioni e manifestazioni antifrancesi che stanno caratterizzando questi anni difficili, fra golpe militari e tentativi di avviare un percorso democratico.
Nei 4 giorni di lavoro i partecipanti al forum hanno ragionato sui temi del perdono e della guarigione, argomenti centrali per le chiese della nazione, dilaniato da contrasti interni etnici e politici.
I dibattiti si sono conclusi alla presenza del presidente della repubblica Faustin-Archange Touadéra, eletto in marzo alla guida del paese.
Il Centrafrica si trova nel bel mezzo di una guerra civile esplosa nel 2013 dopo la deposizione dell’ex presidente François Bozizé da parte di ribelli. Le chiese possono giocare un ruolo decisivo nel processo di pace. Nel 2013 è stata creata una piattaforma interreligiosa proprio al fine di agevolare questo percorso: ne fanno parte Nicolas Guérékoyame-Gbangou per la parte evangelica, quindi l’arcivescovo cattolico di Bangui cardinale Dieudonné Nzapalainga, e all’imam della capitale Oumar Kobine Layama.