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La Conferenza delle chiese europee alle prese con la libertà religiosa

Una conferenza al parlamento europeo per ragionare sulle troppe limitazioni nel mondo alla possibilità di manifestare il proprio credo

Quasi 5 miliardi di persone in tutto il mondo vivono in paesi con restrizioni significative alla libertà di religione o di credo. Sono in particolare le minoranze, ovunque, a patire la perdita della possibilità di accesso ai luoghi santi o di culto, a vivere vittime di pregiudizi e a patire persecuzioni. Numeri enormi, pari a circa il 70% della popolazione del pianeta Terra. Limitazioni che si declinano in differenti maniere, dalle forme di condizionamento sociale fino alle vere e proprie guerre di religione.

Di tutto questo si è discusso nei giorni scorsi al parlamento europeo di Bruxelles, nell’ambito di una giornata di studio sul tema organizzata dalla Conferenza delle chiese europee, la Kek.

Molti i leader religiosi, gli attivisti, gli uomini politici che hanno ragionato insieme su quali strumenti identificare per garantire nel mondo libertà di religione e di credo, con una particolare attenzione a quanto patito ovunque dalle denominazioni cristiane, che sarebbero vittime dell’80% degli atti di intolleranza religiosa. Quali le risposte che l’Unione europea può fornire sulle discriminazioni in atto? Quale il ruolo che l’Ue può ritagliarsi in materia?

L’invito al dialogo e alla reciproca comprensione sono stati il mantra della giornata che ha visto la presenza fra gli altri di Heikki Huttunen, segretario generale della Kek, dell’archimandrita Nikifor Milovic della diocesi serbo-ortodossa del Montenegro, di Duzen Tekkal, giornalista Yazida.

Dialogo interreligioso e interculturale per promuovere la libertà religiosa dunque.

Nel discorso di apertura Huttunen ha sottolineato come «Per la Conferenza delle Chiese europee, quando abbiamo a che fare con questioni di libertà di religione o di credo, lo facciamo tenendo ben a mente il contesto dei diritti umani in cui si sviluppano le difficoltà. Ma non dobbiamo fare finta che la situazione in Europa sia rose e fiori. E’ importante iniziare a capire le criticità del nostro continente per poter al meglio rivolgere lo sguardo altrove». Ad esempio in Siria e in Iraq, al centro dei pensieri dei conferenzieri.

Sono stati inoltre presi in considerazione vari strumenti di monitoraggio della libertà religiosa nel mondo.

Immagine: Di Alina Zienowicz Ala z - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2429320

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