Conclusa l’XI Assemblea del Consiglio delle chiese del Medio Oriente
15 settembre 2016
Al centro della discussione il preoccupante esodo dei cristiani dalla regione
Bloccare la vendita di armi a gruppi terroristici, trovare una soluzione pacifica per la Siria, offrire tutela ai migranti e agli sfollati e aiutare i cristiani fuggiti da Mosul e dalla provincia di Ninive a fare ritorno alle proprie abitazioni: queste le richieste scaturite dall’XI Assemblea generale del Consiglio delle chiese del Medio Oriente (Middle East Council of Churches, Mecc), svoltosi ad Amman (Giordania) dal 6 all’8 settembre.
I 22 patriarchi e leader religiosi delle assai diversificate, e in alcuni casi antichissime chiese cristiane del Mecc riuniti per l’occasione, hanno anche ribadito il proprio “no” a qualsiasi forma di estremismo, terrorismo e alienazione, mentre è stata riaffermata la necessità di dialogare con le comunità islamiche. In agenda anche la visita al re di Giordania Abdullah II, che ha sottolineato come le comunità cristiane siano parte integrante delle società mediorientali.
Provenienti da Giordania, Iraq, Iran, Siria, Palestina, Cipro, Libano ed Egitto, i leader religiosi si sono interrogati sul ruolo del Mecc nell’attuale impasse geopolitica. Le sfide cui le chiese in Medio Oriente devono far fronte sono “senza precedenti”, ha detto il presidente del Mecc, il patriarca greco-ortodosso Teofilo III, di stanza a Gerusalemme. Grande preoccupazione è stata espressa per l‘inarrestabile esodo dei cristiani vittime di persecuzioni. Teofilo III, nel suo discorso di apertura, ha invitato i musulmani nel Medio Oriente a sostenere gli sforzi delle chiese cristiane nel tentativo di preservare la presenza cristiana nella regione. Si tratta di costruire ponti, promuovere una cultura dell’amore, a prescindere dall’appartenenza religiosa o etnica, ha sottolineato il patriarca. Presenti anche rappresentanti delle chiese evangeliche del Medio Oriente membro del Mecc, tra cui il vescovo della Chiesa luterana in Giordania e Terra Santa Munib A. Younan, anche presidente della Federazione luterana mondiale (Flm).
Secondo alcuni osservatori il clima dei lavori assembleari era di grande entusiasmo e speranza. La situazione altamente critica che vivono tutte le chiese cristiane nella zona, avrebbe motivato i patriarchi a cercare maggiormente l’unità nell’azione comune in uno spirito di reciproca solidarietà.
L’Assemblea si è conclusa con l’elezione del nuovo segretario generale del Mecc, il monaco maronita libanese padre Michael Jalakh, per il quale la propria leadership sarà una grande opportunità per far sentire la voce dei cristiani arabi del Medio Oriente.