Trent’anni di Cà d’la Pais
10 agosto 2016
Festa a «La Casa della Pace» in alta val d’Angrogna
La storia della Cà d’la Pais racconta di muri che hanno fatto la storia letteralmente. Non conosciamo la data esatta in cui venne costruita, si trattava di una delle migliaia di abitazioni sparse sul territorio della val d’Angrogna, ricca appunto di borgate ma anche di case isolate, in questo caso una casa di villeggiatura. Quello che sappiamo è che fra queste mura si insediò dopo l’8 settembre 1943 una banda partigiana. Per questo motivo venne bombardata e praticamente distrutta nel gennaio 1944 dai nazi-fascisti durante un’operazione di contrasto delle attività partigiane. Quarant’anni dopo gli eventi bellici, la comunità valdese d’Angrogna decise di acquistare quel che restava dell’edificio distrutto, insieme ai prati circostanti, per farne un centro d’incontro, dedicato alla riconciliazione tra i popoli e alla pace. Si avviò così un progetto internazionale che, in due anni, ne permise la ricostruzione. Nell’estate del 1986 oltre duemila persone parteciparono all’inaugurazione del nuovo edificio, che da quel giorno memorabile venne chiamato Cà d’la Pais (Casa della pace), secondo la lingua occitana. «Forse non è casuale – scrisse il 15 agosto 1986, giorno dell’inaugurazione, l’ex comandante partigiano Ettore Serafino – che questo spazio sia qui, in questa valle d’Angrogna, tra il Collegio dei Barba, Chanforan, la Ghièisa d’la Tana, il Ciabas… punti di riferimento di una storia che non è solo quella dei valdesi, ma di una minoranza europea. La Casa della Pace è un altro tassello, l’ultimo in ordine di tempo, che si aggiunge a questa lunga e appassionante vicenda; tappa di una storia che prosegue in una continuità sempre nuova; pagina in parte scritta, ma nella quale c’è ancora spazio perché anche noi vi scriviamo le nostre parole e forse, ma la cosa non è tanto importante, anche i nostri nomi».
Il pastore Giuseppe Platone, uno dei fautori della Cà d’la Pais, ricorda l’origine della costruzione: «pensai subito che un posto come quello, in quel luogo fantastico – tra i più belli che io abbia mai conosciuto nelle valli valdesi, oltre che teatro di una storia drammatica – non poteva rimanere lì abbandonato, come un prelibato boccone che qualche speculazione edilizia prima o poi avrebbe inghiottito. Quel luogo, con la sua storia e la sua stupenda posizione panoramica, doveva appartenere alla comunità valdese. Perché era ed è un pezzo della sua storia.
Infatti, la storia di queste Valli non è solo racchiusa nel Museo valdese di Torre Pellice, ma è appunto scritta su e giù per queste montagne: la si incontra fra i prati, le alture e quelle antiche borgate (alcune purtroppo completamente abbandonate), che racchiudono storie di vessazioni, di esili, rimpatri, combattimenti, paure, speranze e tenacia nel difendere il proprio territorio natio. E sarebbe vuota retorica se queste storie non fossero tutte ben documentate». Quest’anno ne ricorre il trentennale e per l’occasione verrà presentato un libro per i tipi della Claudiana curato da Giuseppe Platone e Micael Sappè, scritto a più mani. Saranno molte le voci che fra sabato 30 e domenica 31 luglio 2016 saliranno a 1500 metri in val d’Angrogna, per festeggiare la fratellanza fra popoli. Al sabato ci sarà una passeggiata sui luoghi della memoria valdese mentre alla domenica alle 10 ci sarà il culto tenuto dal pastore Marco Di Pasquale. Vi saranno successivamente i messaggi di saluto del moderatore della Tavola valdese, Eugenio Bernardini, e del sindaco di Angrogna Mario Malan.
A seguire, il pastore Paolo Ricca parlerà sul tema: «La montagna nella Bibbia e nella storia», e gli interventi di amici e amiche della Cà d’la Pàis che trent’anni or sono parteciparono attivamente alla realizzazione del progetto: Stephan Muhlich, Herbert Temme, Gerhard e Regina Kuntz giunti appositamente dalla Germania; Marco De Bettini, Jean-Louis Sappé e Franca Coisson, i pastori Franco Tagliero e Daniela Di Carlo, l’ex partigiano Giulio Giordano.
Alle 13 pranzo comunitario (prenotarsi entro e non oltre domenica 25 luglio presso Anne Pilloud 339-5073898; e Giulia Sappé 333-2455004). Costo previsto 12 euro a persona per un menu che comprende polenta con carni e formaggi nostrani, insalata, acqua e vino.
Nel pomeriggio, alle 14,30 verrà inaugurata la scultura «La danza della pace», donata alla Cà d’la Pàis dall’artista Henry Rosenthal, e subito dopo Giuseppe Platone e Micael Sappé presenteranno il loro libro «Immaginate una casetta in alta montagna», la rivisitazione della lunga e affascinante vicenda della Cà d’la Pàis, che l’editrice Claudiana ha dato alle stampe per l’occasione.
Durante tutta la giornata sarà possibile visitare la mostra fotografica che ripercorre la storia della «Casa della Pace», da villetta edificata nei primi anni del Novecento da un’agiata famiglia di San Giovanni, a sede della banda partigiana di Giustizia e Libertà; dalla sua distruzione per mano tedesca nel gennaio 1944, all’acquisto nel 1981 e alla successiva ricostruzione a opera della chiesa valdese; per finire con le immagini dei campi giovanili che si sono susseguiti negli ultimi trent’anni.
Un servizio navetta sarà disponibile per coloro che hanno problemi di deambulazione. Per prenotare il servizio si prega di contattare il numero 339-5073898 oppure lo 0121-944418.