Non farsi vincere dal male
Di fronte all’ennesimo sconvolgente attentato in terra francese solo il dialogo può togliere armi ai fanatismi
«Siamo di nuovo sotto attacco purtroppo, in una sorta di tragica ripetizione che ricorda altri drammi già patiti in Francia e in tutto il resto del mondo. La sensazione di smarrimento, rafforzata dal contesto di unione e di festa popolare, riemerge e ci lascia smarriti. Preghiamo per le vittime, per le loro famiglie e le persone a loro care, per chi è scioccato per aver assistito ad un simile massaro, per le squadre di sicurezza e soccorso che sono al lavoro. Preghiamo per i funzionari locali e nazionali che hanno il difficile compito di rispondere in modo equo, devono prevenire eventuali altri attacchi e devono assicurare la protezione a tutti in uno Stato di diritto. Domenica in occasione del culto che ci riunirà, pregheremo e intercederemo ancora. La violenza terroristica cerca di provocare il panico in tutti e in ciascuno, alimentando il sospetto, l’impotenza, la divisione e la ricerca di un capro espiatorio. Venuto da un altro contesto facciamo nostro l’appello portato dal profeta Isaia che qui e ora è un’esortazione a mobilitarci: “La vostra forza risiede nella calma e nella fiducia”»
Le firme di questo comunicato sono dei pastori Paolo Morlacchetti e Thibaut Delaruelle, entrambi di sede proprio a Nizza, luogo dell’ecatombe di ieri sera, di Jean-Frédéric Patrzynski, ispettore ecclesiastico luterano regionale e di Laurent Schlumberger, presidente del Consiglio nazionale della Chiesa protestante unita di Francia, e le loro sono ancora una volta parole di cordoglio di fronte alla nuova tragedia che ha scosso l’Europa e il mondo intero.
Ancora morte, ancora terrore.
Si celebrava il giorno in cui il popolo, un dì di luglio del 1789, era stato capace di rovesciare un potere assoluto in nome della libertà e dell’uguaglianza fra le genti. Nizza e la Francia intera era in piazza, come tutti i 14 luglio, a rinnovare questo patto fra cittadini siglato oramai più di due secoli fa.
Ma gli oscuri disegni di morte ancora una volta sono giunti a sconvolgere le nostre esistenze, i nostri momenti di gioia, di vita comunitaria.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il pastore Paolo Morlacchetti che ieri sera, come centinaia di migliaia di nizzardi e di turisti, era in strada ad assistere ai vari spettacoli in corso: «Il camion è stato bloccato quando oramai era a poche centinaia di metri da noi in fuga, travolti da una incredibile massa di gente in fuga. E’ stato sconvolgente, e il mio pensiero va al mio collega pastore Thibaut Delaruelle, che con moglie e figli piccoli , si è trovato ancora più prossimo alla tragedia ed ha trovato riparo d’emergenza in un locale pubblico». Dopo la paura è il momento di reagire, subito: «La mattinata sta trascorrendo cercando di contattare i nostri membri di chiesa per assicurarci sulle loro condizioni di salute. Non ci sarebbero fra loro né vittime né feriti seri; abbiamo notizia di due nostri fratelli che hanno assistito a tutto il massacro e che stanno vivendo ore assai difficili, faremo iN modo di esser vicino a loro in questi momenti, di accompagnare il loro personale percorso di uscita da questo trauma». Non interrompere il cammino intrapreso, questo è l’imperativo di queste ore : «le varie comunità religiose di Nizza sono molto impegnate nel dialogo e nell’ascolto reciproco. Studieremo sicuramente azioni comuni per dire no ai fondamentalismi e si alla fratellanza».
Fioccano i commenti e le partecipazioni attonite davanti a tanto male.
Tramite le colonne dell’agenzia stampa Nev il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), in un messaggio inviato al pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (Fpf) esprime il proprio sgomento: «Caro fratello – si legge nel testo – è con angoscia che apprendiamo dell’attentato del 14 luglio. A nome dei protestanti italiani vi esprimo il nostro sostegno nella preghiera e nell’impegno comune per la difesa dei principi di libertà, uguaglianza e fratellanza che avete appena celebrato questo 14 luglio, e che sono alla base di ogni democrazia». E, riferendosi alla recente visita di Clavairoly a Roma, ha ricordato come «abbiamo parlato dell’importanza dell’accoglienza dei profughi e del dialogo tra popoli, religioni e culture. Insieme vogliamo continuare a testimoniare questo impegno a favore di un’Europa libera e aperta. Insieme vogliamo affermare il potere dell’amore di Dio contro l’odio e la paura, perché “Dio è amore” e “nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura” (I Giovanni 4,8.18)».
Il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, dalla pagina ufficiale della chiesa valdese.
rinnova l’impegno al dialogo, unica ricetta contro i fanatismi: «Mentre i nostri pensieri sono rivolti alle famiglie delle vittime di questo nuovo attentato preghiamo il Signore della pace e della riconciliazione affinché dia coraggio e speranza a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per continuare a camminare sulla via della soluzione non violenta dei conflitti, della convivenza rispettosa delle diversità e della democrazia. Quella via dalla quale i predicatori e i manovali del terrore cercano di allontanarci con ogni mezzo. Come chiese cristiane che vivono in Europa - prosegue Bernardini - confermiamo con ancora più fermezza il nostro impegno a promuovere ovunque il dialogo e il rispetto tra i popoli, le religioni e le culture e a promuovere gli spazi di libertà di religione e di culto contro ogni fanatismo, integralismo, intolleranza, incitamento all’odio. E’ un impegno che riguarda in modo specifico la missione cristiana dato che i seminatori dell’odio e del terrore si attribuiscono giustificazioni religiose o teologiche».
George Lemopoulos, segretario generale del Wcc, Il Consiglio ecumenico delle chiese esprime la «condanna assoluta della barbarie in un giorno così ricco di significati per la storia francese e del mondo intero. Dobbiamo indagare i motivi che stanno dietro a tanta ingiustizia e qualunque sia l’esito dell’indagine è essenziale agire con spirito di unità, e che nessuna minoranza diventi capro espiatorio per i crimini di pochi. Le persone di buona volontà devono rispondere con l’impegno ad azioni positive. Questo è il tempo della preghiera».
Il Consiglio ecumenico delle chiese, che raccoglie la stragrande maggioranza delle chiese protestanti e ortodosse del mondo, già ieri sera, a pochi minuti dall’attentato aveva twittato: «Preghiamo per chi è stato ucciso, ferito e coinvolto a Nizza. Signore, preghiamo per tutte le vittime del terrore e dell’odio #PrayersForFrance».
«Come Chiese e uomini di fede – commenta Heikki Huttunen , segretario generale della Kek ( la Conferenza delle chiese europee) – dobbiamo chiederci: qual è il nostro ruolo? In che modo questa tragedia ci sta sfidando?. Attraverso sforzi di pace e riconciliazione noi, Chiese in Europa, dobbiamo perseverare nel coltivare un’atmosfera di fiducia e di accoglienza con tutte le persone di fede e di buona volontà». L’invito è rivolto a tutti per «continuare e rafforzare gli sforzi a costruire società in cui tutte le persone possano sentirsi al sicuro e accolte».
E’ forte l’appello da parte della neo presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni :
«Ancora una volta terroristi islamici colpiscono il cuore della nostra Europa, le sue conquiste culturali, i suoi valori. Sono immagini terribili quelle che arrivano da Nizza, che è oggi la città di tutti i cittadini del mondo libero e democratico. Piangiamo le vittime di questa orrenda strage, avvenuta non a caso nel momento di massima celebrazione di quei valori universali per cui anche molte generazioni ebraiche hanno con dolore combattuto. Ma non rinunciamo a vivere la nostra quotidianità come qualsiasi altro giorno. Noi siamo più forti di chi semina qualsiasi forma di odio e di chi, quelle conquiste, le vorrebbe distruggere con la violenza, con la barbarie, con il lucido assassinio di vittime innocenti. Ancora una volta lo dimostreremo restando uniti e combattendo per un futuro migliore. È però fondamentale una reale presa di coscienza del pericolo. Una minaccia che da tempo colpisce Israele e che nelle stesse dinamiche viene oggi replicata in Europa. Governi, istituzioni, comuni cittadini: è il momento di reagire in modo lucido e compatto. Alle vittime, ai loro familiari, ai feriti, il forte abbraccio di tutti gli ebrei italiani».
La Federazione protestante di Francia (Fpf) rivolge le proprie «preghiere alle vittime e ai familiari. Sconvolti, abbiamo bisogno di dialogare, di parlare, di spiegare ai nostri figli il perché di tanto odio. E soprattutto abbiamo bisogno di restare uniti».
Il Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm) condanna «il vile e odioso attentato che colpisce il nostro Paese nel giorno della festa nazionale che celebra i valori della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità. Esprimiamo la nostra totale solidarietà agli abitanti di Nizza, alle vittime, ai familiari, ai feriti e invitiamo i musulmani di Francia a pregare in memoria delle vittime di questo barbaro attacco».