Myanmar. Un pacchetto di leggi sull’armonia religiosa
07 giugno 2016
Il nuovo governo della Lega nazionale per la democrazia, guidato da Aung San Suu Kyi, ha proposto una legge che mira a promuovere la pace fra le religioni
Il nuovo governo della Lega nazionale per la democrazia (Nld) del Myanmar ha in cantiere un pacchetto di leggi sull’armonia religiosa, il cui obiettivo è «promuovere la convivenza pacifica fra le confessioni e ad agire contro coloro che disturbano questo stato di armonia».
Il Myanmar è una nazione a larga maggioranza buddista, teatro dal 2012 di una lunga serie di violenze confessionali che hanno causato almeno 300 morti e 140mila sfollati, la maggior parte dei quali musulmani Rohingya. Tuttavia, anche i cristiani hanno talvolta problemi con la maggioranza di etnia birmana e di fede buddista.
In realtà una legge che mirasse alla pace tra le religioni era già stata progettata dalla giunta militare ma non è mai arrivata in Parlamento.
La Costituzione promulgata nel 2008 dall’Usdp (partito emanazione dei militari) stabilisce il «diritto di professare e praticare la religione nel rispetto dell’ordine pubblico, della moralità, della salute e delle altre disposizioni della Carta». Negli anni successivi, però, il partito ha approvato quattro leggi promosse dal Comitato per la protezione della nazionalità e della religione (Ma Ba Tha, un gruppo buddista) e contenute all’interno del pacchetto «Leggi a difesa della razza e della religione», che regolano in particolare poligamia e conversioni, e sono state volute per colpire la minoranza musulmana.
Thura U Aung Ko, ministro degli Affari religiosi e della cultura, ha incontrato alcune settimane fa i leader dei gruppi interreligiosi per discutere la legge prima che venga portata in Parlamento. Ma diversi religiosi che hanno partecipato all’incontro hanno riferito ad AsiaNews, che purtroppo non c’è stata una discussione seria.
Senza dubbio la proposta di questa nuova legge sull’armonia religiosa è segno che Aung San Suu Kyi, leader della Nld, sta preparando la strada per raggiungere la pace fra le fedi. Un’altra indicazione di questo è il fatto che abbia chiamato a colloquio i monaci del Ma Ba Tha, ai quali ha chiesto di avere rispetto e stima per le altre religioni e di non discriminare secondo razza e fede.
La strada da percorrere è lunga ma Aung San Suu Kyi ha sicuramente compiuto un passo coraggioso nella direzione di rendere operativa la Costituzione laddove protegge le religioni contro le discriminazioni.