«Sai chi sono io?»
03 giugno 2016
È stato lanciato a Berlino un progetto interreligioso di sostegno ai profughi
Fonte: Cec
Il 31 maggio scorso è stata lanciata a Berlino il progetto «Sai chi sono io?» (Weisst du, wer ich bin?), un’iniziativa di aiuto ai profughi sostenuta da cristiani, ebrei e musulmani e appoggiata dal Governo federale tedesco.
«Dovremmo puntare a lavorare insieme e non solo uno accanto all’altro», ha detto il segretario di Stato parlamentare presso il Ministero federale degli Interni, il dottor Günter Krings, davanti ad un pubblico di operatori umanitari delle tre fedi abramitiche, all’inizio della manifestazione che si è svolta presso l’Accademia cattolica di Berlino.
Krings ha detto che il 70% delle persone che chiedono asilo politico in Germania sono musulmani, molti dei quali fuggiti da conflitti che hanno motivazioni religiose. Per cui è importante che queste persone sperimentino la pace religiosa in Germania.
Il progetto congiunto di integrazione dei rifugiati è stato avviato da: quattro enti musulmani, il Consiglio centrale degli ebrei in Germania e il Consiglio delle Chiese cristiane in Germania. Si tratta del rilancio di un progetto di dialogo interreligioso già precedentemente sperimentato.
Al fine di incoraggiare la cooperazione interreligiosa su progetti di aiuto ai rifugiati, il Ministero federale degli Interni ha stanziato mezzo milione di euro per finanziare entro la fine dell’anno iniziative interreligiose volte all’integrazione dei rifugiati.
Markus Dröge, vescovo della Chiesa evangelica di Berlino-Brandeburgo-Silesian Oberlausitz, ha detto che la cooperazione tra le tre religioni può senz’altro andare a fugare la paura dei fondamentalismi religiosi spesso vissuta da alcuni operatori che lavorano nei centri profughi.
Burhan Kesici, presidente del Consiglio musulmano, ha detto: «Le comunità e istituzioni musulmane possono agire come costruttrici di ponti e dare un importante contributo all’integrazione dei rifugiati appena arrivati».
Stefan Hesse, arcivescovo cattolico di Amburgo e commissario straordinario della Conferenza episcopale tedesca per le questioni dei rifugiati, ha detto la società deve affrontare un compito immane. «La questione del contributo che le religioni possono dare alla coesione sociale e all’integrazione ci terrà impegnati per molto tempo», ha detto. «Alla fine tutti noi – cristiani, ebrei e musulmani – abbiamo il dovere morale di testimoniare la pace e la potenziale integrazione sostenute dalla religione attraverso le nostre azioni quotidiane».
Erol Pürlü, del Consiglio dei Centri culturali islamici a Colonia, ha sottolineato che le strutture e le organizzazioni di assistenza sociale musulmane sono ancora carenti. A differenza delle grandi chiese cristiane e della comunità ebraica, «i musulmani solo ora iniziano a creare strutture di assistenza sociale, che richiedono tempo per essere operative».
Abraham Lehrer, vice-presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, ha detto che la piccola comunità ebraica, attivamente coinvolta nell’aiuto ai profughi in alcune città come Colonia, Brema e Berlino, può attingere all’esperienza di esilio vissuta in precedenti decenni e secoli.