Il presidente Obama a Hiroshima, un’opportunità per una leadership morale
30 maggio 2016
Il pastore Olav Tveit: «questo è un momento in cui sono assolutamente necessari segni di pace e di giustizia»
Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), Olav Fykse Tveit, ha mandato i suoi saluti al presidente degli Stati Uniti in occasione della storica visita a Hiroshima, lo scorso 27 maggio. «Preghiamo che possa parlare con gli anziani sopravvissuti al bombardamento atomico, l’hibakusha – ha scritto il pastore Tveit – che vivono per raccontare la loro storia nella speranza che nessuno debba mai più subire la stessa sorte. Parlano per le centinaia di migliaia di persone provenienti da Giappone, Corea e altri paesi le cui vite sono state distrutte dai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki».
Tveit ha esortato Obama a condividere la sua visione di un mondo senza armi nucleari. «Il Cec è stato fondato nel 1948, all'ombra dei bombardamenti atomici – ha scritto Tveit – Crediamo che la lotta per l'eliminazione delle armi nucleari si fondi sulla responsabilità di proteggere e prendersi cura di tutto ciò che Dio ha creato, per la dignità di tutti gli esseri umani, fatti a immagine di Dio».
«Utilizzare l'energia dell'atomo in modi che minacciano e distruggono la vita è un abuso peccaminoso di ciò su cui si fonda la creazione di Dio», ha aggiunto Tveit nella lettera. «Le chiese in ogni regione del mondo rifiutano di accettare che la distruzione di massa di altri popoli possa essere un mezzo legittimo per proteggere il proprio popolo».