Un treno per la pace religiosa
23 maggio 2016
Il Consiglio svizzero delle religioni festeggia i dieci anni di attività a bordo di un treno in viaggio da San Gallo a Ginevra
Il Consiglio svizzero delle religioni (Csr), piattaforma di dialogo tra le principali comunità di fede presenti in Svizzera, festeggia oggi il decimo anniversario della sua fondazione. Circa trecento invitati, compresi i membri del Comitato del Csr, hanno attraversato la Svizzera a bordo di un treno sul quale si sono susseguiti dibattiti, incontri e dialoghi con ospiti dal mondo della politica e della cultura. Il viaggio celebrativo si è svolto in un periodo in cui la violenza e l'intolleranza legate alla religione rendono il dialogo interreligioso più importante che mai.
Il treno, partito dalla città sede vescovile di San Gallo e diretto a Ginevra, città di Calvino, ha fatto alcune fermate che hanno permesso a numerosi ospiti di aggregarsi ai viaggiatori. Nel vagone-salone al centro del convoglio, i passeggeri hanno incontrato personalità svizzere legate a vario titolo al mondo della fede e alle tradizioni cristiane, ebraiche e musulmane. A bordo del treno delle religioni si sono succedute letture, dibattiti e intermezzi musicali. Tra gli ospiti, l'attuale Miss Svizzera Lauriane Sallin, il regista Rolf Lyssy, Renato Kaiser, campione svizzero di Slam Poetry nel 2012, lo scrittore Lukas Hartmann, la presidente della Commissione federale contro il razzismo, Martine Brunschwig Graf, la Consigliera di Stato Géraldine Savary, il musicista Marc Aymon, il direttore della Fondazione per il dialogo e la conoscenza reciproca Hafid Ouardiri e il presidente del Ppd svizzero, Gerhard Pfister e il presidente del Ppd svizzero, Gerhard Pfister.
Per il presidente della Csr, Gottfried Locher - il quale presiede anche la Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces) - l'evento odierno riflette il clima di collaborazione e intesa esistente attualmente tra le religioni nel nostro Paese: «Se penso alla situazione che si registra in altri Paesi, sono fiero di poter dire che in Svizzera c'è pace tra le religioni». Secondo Locher, il Csr si impegnerà a intervenire con maggiore tempestività per prendere posizione su quanto accade nella società e cercherà di proporre soluzioni costruttive. «Le comunità di fede possono fornire un valido contributo alla coesione nazionale», ha detto Locher, «perciò prenderemo la parola più spesso e in maniera più incisiva».
Durante i primi anni di attività, il Csr ha lavorato soprattutto allo scopo di accrescere la fiducia reciproca tra le comunità di fede. Negli utlimi tempi, ha partecipato ad alcune consultazioni relative a questioni di politica sociale e alle discussioni intorno a temi di attualità come ad esempio gli attacchi di Bruxelles e Parigi. «Abbiamo condannato a più riprese, e in modo inequivocabile, gli attacchi efferati contro le vite umane. Il nostro messaggio è chiaro: nessuna fede permette di uccidere degli innocenti», ha ripetuto Gottfried Locher, presidente del Csr.
Il Csr è composto da personalità che ricoprono ruoli direttivi nelle tre chiese cristiane riconosciute (cattolica romana, cattolica cristiana ed evangelica riformata), nella comunità ebraica, nelle chiese ortodosse e nelle comunità islamiche. La piattaforma sostiene il dialogo e l'intesa tra le comunità di fede, incoraggia la pace tra le religioni in Svizzera ed è un interlocutore delle autorità federate e del Consiglio federale elvetico.
Fanno parte del Consiglio del Csr Gottfried Locher, presidente del Csr e presidente della Fces; Montassar BenMrad, vicepresidente del Csr e presidente della Federazione delle organizzazioni islamiche in Svizzera (Fois); Farhad Afshar, presidente del Coordinamento delle organizzazioni islamiche in Svizzera (Cois); Makarios di Lampsaque, vescovo ortodosso del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli; Charles Morerod, vescovo cattolico romano e presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri; Harald Rein, vescovo della Chiesa cattolica cristiana in Svizzera; Herbert Winter, presidente della Federazione delle comunità israelite in Svizzera (Fcis).
Fonte: Voce Evangelica