Gli avventisti promuovono la pace nella Colombia provata dalla guerra civile
04 maggio 2016
Un forum a Bogotá propone di stringere rapporti di cooperazione tra ONG, studiosi e comunità religiose
Il governo e i gruppi ribelli della Colombia si avviano finalmente verso la fine di quasi cinque decenni di violenza e gli avventisti sostengono l’impegno per la pace e per ricostruire la società.
Un forum di due giorni sulla pace, organizzato presso la sede nazionale della Chiesa cristiana avventista a Bogotà, ha riunito i leader delle organizzazioni religiose e non governative, gli accademici e altre personalità per discutere le strategie per sostenere la riconciliazione post-bellica e la ricostruzione.
«L’obiettivo principale di questo forum è stato di sviluppare una più profonda comprensione degli elementi fondamentali della fase post-conflitto in Colombia e il processo di costruzione della pace», ha affermato Gabriel Villarreal, organizzatore dell’evento e direttore dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso in Colombia.
Il forum, promosso anche dall’International Religious Liberty Association (Irla) e dalla Chiesa cristiana avventista, è stato ispirato dai colloqui di pace in corso tra il governo colombiano e il Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), il più grande gruppo ribelle del paese sudamericano. Il 30 marzo, le due parti hanno annunciato un quadro concordato di colloqui volti a porre fine al conflitto. Anche l’Eln, il secondo più grande gruppo di guerriglieri, è entrato a far parte dei colloqui di pace.
Villarreal ha organizzato l’evento dopo l’appello del governo colombiano, rivolto alle organizzazioni non governative e alle comunità religiose, di essere pronti a sostenere l’impegno post-conflitto. Per questo gli interventi durante il forum si sono concentrati su come contribuire alla pace, ma anche su come dare aiuto alle persone vulnerabili in Colombia.
All’evento erano presenti, tra gli altri, Lorena Ríos, alto funzionario del Ministero dell’Interno che coordina gli affari religiosi in Colombia; Roger Carrillo, un legislatore di Bogotá; e Charles Schultz, membro del Comitato nazionale per la pace, istituito dal governo.
Lorena Ríos ha evidenziato nel suo intervento che questo forum si è distinto da eventi simili perché ha integrato le organizzazioni non governative e le confessioni religiose nel processo di miglioramento della vita delle persone colpite dal conflitto.
Ganoune Diop, direttore del dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa della Chiesa avventista mondiale e segretario generale del dell’Irla, ha evidenziato la necessità che i diversi gruppi nella società trovino valori comuni e obiettivi condivisi per andare avanti in modo pacifico.
Dalla fine degli anni ‘50, il governo della Colombia ha lottato per mantenere la stabilità sociale ed economica, mentre combatteva i gruppi insurrezionali da un lato e le organizzazioni paramilitari dall’altro. Torture, omicidi e l’abitudine diffusa di prendere ostaggi sono stati i tratti distintivi del conflitto civile colombiano. Ci sono poi i gruppi di narcotrafficanti che usano la droga per finanziare le loro attività, e ciò ha permesso l’ascesa dei potenti signori della droga.
Il conflitto ha fatto fuggire 5 milioni di colombiani dalle loro case e ucciso oltre 220.000 persone.
L’accordo, avviato il mese scorso tra governo della Colombia e FARC, segue quasi quattro anni di negoziati iniziati a Oslo e che hanno coinvolto i governi di Ecuador, Venezuela, Brasile, Cile e Cuba.
Fonte: Notizie Avventiste