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Enrica Pazè, una donna per Pinerolo?

È l'unica candidata a sindaco di Pinerolo donna. Rappresenta la sinistra che una volta faceva riferimento a SEL e che ora si candida a guidare la città della Cavalleria.

A supportare la candidata Enrica Pazè nella sua corsa per occupare la posizione di sindaco di Pinerolo c'è la lista civica Pinerolo In Comune, nata dall'esperienza del gruppo consiliare SEL Covato per Pinerolo, che aveva sostenuto 5 anni fa la candidatura dello stesso Covato, e che questa volta, forte di una maggiore esperienza data anche dalla precedente sconfitta, si ripropone in una veste rinnovata.

Tutto il territorio del pinerolese, così come è accaduto a livello nazionale, ha sentito il peso della crisi, ma secondo Enrica Pazè «amministrativamente non c'è stata la capacità di aiutare la parte più debole della popolazione, quella maggiormente colpita, né di difendere il ruolo centrale di Pinerolo nel territorio, in qualità di capofila e motore per percorsi virtuosi di sviluppo di nuove iniziative.

Difendere le fasce più deboli, attuare politiche di solidarietà e coinvolgere attivamente i cittadini nelle scelte condivise sono delle priorità che intendiamo perseguire con fermezza. Riteniamo che gli unici per i quali, nelle precedenti amministrazioni, sia stato fatto qualcosa siano stati gli imprenditori edili, trend al quale intendiamo mettere un freno.

I cittadini sono stati tenuti a margine per troppo tempo, e non è mai stata promossa una vera cultura della partecipazione, lasciando campo libero alla disaffezione per la politica; questo è sicuramente un punto sul quale intendiamo lavorare. Bisogna cancellare l'idea che la politica sia soltanto un modo per ottenere vantaggi personali, infatti l'intenzione è quella di abbassare il quorum necessario perché i cittadini possano fare proposte e domande al comune, pensando anche ad un bilancio partecipativo che preveda una quota per le iniziative e le idee che vengono direttamente dalla cittadinanza».

Secondo quanto raccontato dalla candidata, il programma del suo possibile mandato è ancora in fase definizione, ma si fonda su sei parole chiave: legalità, riqualificazione, solidarietà, lavoro conoscenza, partecipazione, e sarà pensato per poter essere attuato completamente in tutte le sue parti nell'arco dei cinque anni, per non lasciare nulla in sospeso.

«Su alcuni punti stiamo già lavorando – conferma Pazè – come ad esempio sulla legalità. Abbiamo firmato la carta di avviso pubblico, dove ci impegniamo ad avere un'attenzione all'assenza del conflitto di interesse, in un modo più restrittivo rispetto al limite legale. A lungo termine invece pensiamo di intervenire profondamente sull'assetto urbano, realizzando un piano regolatore efficace e che tenga conto di ciò che è ora la città e di quali sono le sue esigenze. Il piano attuale è vecchio, sproporzionato, e nessuna amministrazione è stato in grado di rinnovarlo; intendiamo invertire la tendenza prendendo spunto anche dagli esempi di altre città».

Enrica Pazè non nasconde le difficoltà per un possibile mandato, soprattutto per il ruolo da ricoprire in quanto donna. Quest'aspetto però può diventare ancora una volta un'opportunità per superare un vecchio modello di politica e una controproducente impostazione mentale, permettendo ad una maggiore quota rosa di entrare a far parte del consiglio comunale apportando diversi punti di vista ed idee.

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