Rose per solidarietà
14 marzo 2016
Grande successo per una raccolta fondi svizzera in favore del sud del mondo
4 mila volontari hanno venduto nei giorni scorsi 130 mila rose in tutta la Svizzera in favore di tre associazioni umanitarie cristiane, protestanti e cattoliche, Action de Carême, Pain pour le prochain et Etre partenaires che si occupano di assistenza nei paesi in via di sviluppo. Una mobilitazione che ha permesso di incassare 500 mila franchi svizzeri che verranno utilizzati per sostenere le vittime dell'impatto delle attività estrattive dell'industria mineraria nei paesi del sud del mondo.
In totale sono state coinvolte 850 parrocchie nel quadro della campagna "Non tutto quello che brilla è oro": un grande successo che è stato in primis un impegno probante per tutti coloro che hanno deciso di dare una mano. A Berna anche un vescovo anglicano, Johannes Seoka ha partecipato alla vendita dicendosi impressionato dalla solidarietà espressa dalla popolazione elvetica.
I proventi verranno indirizzati lungo due canali principali: in parte finiranno in Burkina Faso per consentire ai piccoli coltivatori terrieri di poter continuare a usare e gestire al meglio le proprie terre, mentre una parte verranno destinati al Sud Africa. Qui opera la Bench Marks Foundation, presieduta proprio dal vescovo Seoka, che ha lo scopo di formare i giovani ad avere un approccio critico nei confronti del pesante impatto ambientale che le estrazioni minerarie creano. Pubblica inchieste, approfondimenti, fotografie relative alle violazioni dei diritti umani e dell'inquinamento.
Grazie a questo lavoro di denuncia è stato possibile scalfire l'intoccabilità delle grandi industrie che per la prima volta hanno dovuto riparare varie negligenze e crimini commessi negli anni.
Le tre associazioni svizzere hanno inoltre lanciato una campagna congiunta dal titolo "Per delle multinazionali responsabili" che vuole sollecitare le aziende svizzere a tenere fede a tutti le leggi e gli accordi internazionali in tema di sviluppo sostenibile e sostegno alle popolazioni che risiedono in luoghi coinvolti in massicce attività estrattive.