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9 leader cristiani arrestati in Australia

I religiosi hanno protestato contro la deportazione di 267 richiedenti asilo sull’isola di Nauru nell’Oceano Pacifico

9 responsabili di chiese cristiane di diversa tradizione sono stati arrestati dopo aver svolto una veglia di preghiera presso la sede del Ministero della Giustizia, contro la deportazione di 267 richiedenti asilo presso il centro di detenzione allestito sull’isola di Nauru nell’Oceano Pacifico.

La maggior parte di loro si trovava in Australia perché avevano bisogno di assistenza medica.

Il governo australiano ha rifiutato loro di rimanere su suolo australiano in virtù della decisione presa il 3 febbraio scorso dall’Alta Corte di riconoscere legale la politica di detenzione per i richiedenti asilo. In riferimento a questa decisione il primo ministro australiano, Malcom Turnbull, ha dichiarato: «Il nostro impegno è semplicemente questo: contrastare i trafficanti di esseri umani, cercando di impedire loro di mettere a repentaglio la nostra sovranità e rendendo i nostri confini più sicuri».

La pensano diversamente alcuni gruppi di attivisti che si battono per la difesa dei diritti umani. Un rapporto del governo australiano nel 2015 ha documentato innumerevoli accuse di violenza sessuale e fisica presso il centro di accoglienza di Nauru, compresi casi che coinvolgono bambini. Le accuse hanno riguardato sia altri detenuti sia il personale stesso del centro.

Gli attivisti hanno protestato contro la decisione del governo di riaccompagnare i 267 richiedenti – tra i quali vi sono 37 bambini nati in territorio australiano – al campo di detenzione di Nauru, lanciando l’hashtag #lethemstay. Tra i sostenitori dei richiedenti asilo, c’è l’attivista e teologo Jarrod McKenna, che ha twittato: «Ironia: 9 leader religiosi arrestati nell’ufficio del Ministero di “giustizia” per aver supplicato #LetThemStay».

I leader cristiani, parte del movimento Love makes a way, hanno criticato il ministro della Giustizia, Michael Keenan.

«Nessuno dovrebbe essere detenuto a Nauru, dove non c’è un ospedale funzionante - ma sarebbe particolarmente crudele espellere i 37 bambini nati sul suolo australiano», ha detto la portavoce del movimento, Kate Leaney. «Nel suo discorso inaugurale, il signor Keenan ha elogiato i benefici di un’Australia multiculturale e l’importanza della libertà. Siamo qui in parte per pregare e fare appello al signor Keenan affinché prenda posizione per la libertà delle persone in cerca di asilo sulle nostre coste».

Molte le critiche che anche a livello internazionale vengono rivolte al governo centrale per il trattamento riservato ai richiedenti asilo. Nonostante ciò, i sondaggi mostrano che le politiche messe a punto per contrastare il fenomeno e impedire a molti di raggiungere le coste australiane riscuotono grande successo popolare.

Foto Di Cedric Favero - http://www.flickr.com/photos/nomadcom/417372940/, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3921872

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