Attacchi antisemiti in Francia: «meglio togliere la kippah»
15 gennaio 2016
La decisione del presidente del Concistoro israelita di Marsiglia, Zvi Ammar, fa discutere
Come reagire alla nuova ondata di attacchi antisemiti in Francia? Lunedì scorso a Marsiglia un insegnante ebreo, aggredito da un ragazzo armato di un machete, è stato ferito leggermente alla schiena e alla mano. «Pensavo di morire», ha dichiarato l’insegnante, che è riuscito a proteggersi facendosi scudo con la Torah. Il ragazzo, un turco di origine curda, ha detto di aver agito in nome di «Allah e dello Stato islamico». Amareggiato per l’accaduto, il presidente del Concistoro israelita di Marsiglia, Zvi Ammar, ha consigliato alla comunità ebraica della città di rinunciare per il momento a portare la kippah quando si esce di casa. «Non si tratta di cedere al terrorismo – ha dichiarato – ma di proteggere delle vite umane. Purtroppo, davanti a una situazione fuori dal comune dobbiamo prendere decisioni fuori dal comune». «Non abbiamo scelta, non possiamo certo mettere un poliziotto a guardia di ogni ebreo: siamo obbligati a nasconderci un po’», ha aggiunto Ammar.
La presidente regionale del Consiglio delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) Michèle Teboul ha abbozzato: «nella vita privata ognuno fa quello che crede – ha dichiarato – ma non posso che piegarmi a questa decisione, se è per tutelare la sicurezza degli ebrei». Decisamente contrario, invece, il presidente del Crif, Roger Cukierman: «Si tratta di un atteggiamento disfattista, di rinuncia – ha commentato – non cederemo e continueremo a indossare la kippah». Dello stesso avviso il gran rabbino di Francia Haïm Korsia e il presidente del Concistoro israelita di Francia Joël Mergui, che anzi ha invitato tutta la società a reagire e a sostenere la libertà di coscienza.
La risposta politica non si è fatta attendere: il presidente Hollande ha definito inaccettabile che dei cittadini francesi giudichino necessario nascondersi a causa delle proprie scelte religiose. La guardasigilli Christiane Taubira, da parte sua, ha sottolineato i valori della Repubblica laica, che riconosce la libertà di coscienza: «dobbiamo riaffermare e garantire quotidianamente su tutto il territorio francese la libertà di ciascun cittadino, compresa quella di vivere la fede in cui crede – ha detto – Gli ebrei di Francia devono sentirsi sicuri, anche di poter portare la kippah nelle strade», ha concluso la ministra.