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In Svizzera un referendum per limitare la legge sulla procreazione assistita

Si voterà nel 2016. I promotori vogliono evitare il rischio di una deriva eugenetica, sorta di selezione a monte degli embrioni sani

In Svizzera di nuovo alle urne sul tema della procreazione assistita.

Nel giugno scorso il 61,9% degli svizzeri ha votato sì al referendum che estendeva i termini della legge sulla procreazione medicalmente assistita, approvando sostanzialmente la possibilità di svolgere diagnosi preimpianto sull’embrione prodotto in vitro, in maniera tale da prevenire eventuali malformazioni e problematiche di natura genetica. Veniva in questo modo recepita dai cittadini la legge proposta dal Consiglio federale elvetico e dal Parlamento l’anno precedente. Da allora il dibattito non si è mai fermato, fra i commenti positivi di medici, associazioni di genitori e addetti ai lavori che sottolineano i passi in avanti in termini di sicurezza e salute per madre e figlio, e posizioni avverse di parte della società civile e del mondo religioso: la Feps, Federazione delle chiese protestanti svizzere invitò i credenti a votare “no”, al fine di evitare il rischio di derive eugenetiche di selezione a monte degli embrioni da impiantare. Posizioni simili per la Res, la rete evangelica svizzera che raggruppa circa 640 chiese evangeliche e riformate, e per la Chiesa cattolica.

Nella seconda parte del 2015 sono state raccolte oltre 60 mila firme da parte di un comitato promotore di un nuovo referendum che farà stabilire ai cittadini svizzeri se la diagnosi preimpianto e le relative conseguenze (ad esempio la congelazione di un numero più elevato di embrioni in funzione di “scorta” nel caso di impianti non andati a buon fine) debbano continuare a far parte della nuova legislazione del paese.

Il comitato referendario è composto da 50 fra i rappresentanti del Pbd, il partito borghese-democratico svizzero, dei Verdi, del Pev, partito evangelico svizzero, del Pdc, partito democratico-cristiano, del partito socialista, dell’Udc, l’unione democratica del centro e dell’Udf, l’unione democratica federale. Uno schieramento trasversale indice delle molte sensibilità presenti sul tema.

Il referendum si terrà entro il 2016 e c’è da scommettere che i prossimi saranno mesi di serrata battaglia su uno degli argomenti che più dividono le nostre società moderne.

Foto koya79, ©iStockPhoto

 

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