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Aiutati 30.000 migranti in due settimane

L'impegno dell'Agenzia avventista per lo sviluppo e il soccorso in Slovenia

Fonte Victor Hulbert/tedNEWS/Notizie Avventiste

I telegiornali sono pieni di storie dei rifugiati e ogni giorno i volontari di Adra Slovenia (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) ne hanno sentite tante, strazianti. Mentre distribuiscono cibo, acqua, prodotti per l’igiene e vestiti caldi presso la stazione ferroviaria, incontrano un siriano di 28 anni. Racconta che sette membri della sua famiglia sono stati decapitati perché curdi e un suo parente ha dovuto assistere all’uccisione delle figlie. Non sorprende che i restanti 13 membri della sua famiglia siano fuggiti. «Tutto ciò che vogliamo è una vita normale», dice.

Queste storie motivano i volontari. Un pensionato avventista presta servizio fin da quando la crisi dei rifugiati è iniziata. «Sono in pensione quindi ho più tempo», afferma l’uomo, «Oltre a questo, mi piace lavorare con le persone e i volontari qui sono fantastici».

Lavora tre volte alla settimana per 12 ore. «Facciamo dei turni, il che significa che siamo impegnati una settimana di giorno e una settimana di notte», spiega e aggiunge che ogni giorno è diverso e ci sono anche delle cose belle, ma «alcuni giorni sono solo scioccanti. E quei colpi rimangono in noi per un po’».

Un ragazzo parla della sua famiglia siriana andata in l’Egitto due anni fa. Il padre, ingegnere civile, non riusciva a trovare lavoro. In preda alla disperazione, hanno deciso di andare in Europa. Almeno ora sono insieme come famiglia e hanno la speranza di costruire una nuova vita in Germania. Poi il giovane si rivolge alla ragazza accanto a lui e spiega: «Questo è il mio amore. Siamo felici insieme da due anni. Stiamo aspettando che la nostra famiglia sia in un posto sicuro e poi ci sposeremo».

Sono 280.940 i rifugiati entrati Slovenia quest’anno. E altri continuano ad arrivare nonostante l’inverno. Circa la metà di essi passa da Brežice – Dobova, l’area in cui Adra Slovenia concentra gli aiuti. Qui si raccolgono e smistano donazioni in merci; i prodotti per l’igiene e per l’infanzia sono i più richiesti. ADRA Slovenia ha una responsabilità primaria nel prendersi cura dei rifugiati presso la stazione ferroviaria di Dobova, dove la maggior parte dei rifugiati entrano nel paese e sono registrati.

Volontari e coordinatori continuano ancora a distribuire generi di prima necessità a circa 3.000 rifugiati durante ogni turno, anche se il numero dei migranti si sta riducendo a causa del freddo. Nelle ultime due settimane di novembre Adra si è occupata di 30.464 rifugiati, fornendo aiuti umanitari di base; mentre nei mesi di ottobre e novembre sono stati 110.000 in totale i migranti aiutati.

Ognuno di questi numeri è una storia. Una storia di paura, disperazione e ora di speranza, pur se con un futuro ancora incerto. Un giovane racconta di aver viaggiato in auto, in pullman, in barca e in treno per arrivare dall’Afghanistan. «Voglio andare in Germania», dice, «Siamo stati fortunati a fare la traversata su una barca vera e propria. Era affollata (65 persone), ma il mare era calmo e così siamo arrivati senza problemi. Lungo la strada qualcuno diceva che non avremmo potuto rimanere in Germania e che saremmo stati costretti a tornare in Afghanistan. Ma pur se c’è una minima possibilità di vita migliore, siamo disposti a correre il rischio».

Come altri coordinamenti dell’agenzia umanitaria avventista in tutta Europa, Adra Slovenia fornisce anche supporto a Grecia e Serbia. È solo uno dei tanti uffici del network di Adra e di altri gruppi umanitari che offrono aiuto a Lesbo, in Grecia; a Dunkerque e Calais, in Francia; e negli altri paesi.

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