Un presidente nero a capo della Chiesa episcopale degli Stati Uniti
04 novembre 2015
Michael Curry prende il posto di Katharine Jefferts Schori e punta a un «rinnovamento spirituale di tutta la chiesa»
Il vescovo Michael Curry, 62 anni, primo presidente afroamericano a guidare la Chiesa episcopale degli Stati Uniti (Ecusa), una delle principali denominazioni protestanti americane con 2,5 milioni di membri, è entrato in carica il 1° novembre, succedendo a Katharine Jefferts Schori, che a sua volta, eletta nel 2006, era stata la prima donna presidente dell'Ecusa.
Eletto il 27 giugno scorso con 121 voti su 174 durante una cerimonia nella cattedrale episcopale di Salt Lake City nello Utah, Michael Curry è nato nel 1953 a Chicago, nell'Illinois, ed è cresciuto a Buffalo, prima di intraprendere gli studi di teologia all'Università di Yale; si è poi specializzato al Seminario teologico di Princeton, all'Università Wake Forest nella Carolina del Sud e all'Istituto ecumenico del seminario cattolico Saint-Mary di Baltimora. Ordinato diacono e poi prete nel 1978, nel 2000 è stato eletto vescovo della Carolina del Nord, primo nero alla testa di una diocesi episcopale nel sud degli Stati Uniti. All'interno dell'Ecusa, si occupa della comunicazione e dirige il servizio di solidarietà internazionale. Il 1° maggio era stato selezionato fra i quattro candidati alla successione di Katharine Jefferts Schori; subito dopo l'elezione, il nuovo presidente ha riaffermato il suo impegno ecumenico di lunga data, sottolineando che metterà l'accento sull'evangelizzazione e il servizio e insistendo sulla necessità di un «rinnovamento spirituale di tutta la chiesa».
Gli anni della presidenza della vescova Jefferts Schori sono stati segnati dalle difficoltà tra l'Ecusa e diverse altre chiese membro della Comunione anglicana, che hanno contestato agli episcopali le loro posizioni liberali, in particolare sull'omosessualità, che metterebbero in pericolo l'unità dell'anglicanesimo a livello mondiale.