Putin e la moschea più grande d'Europa
22 settembre 2015
Inaugurata domani, strategica per Vladimir Putin e le sue mire sul medio oriente
rano 25mila nel 1917, diventarono per ovvi motivi un centinaio appena fra gli anni ’70 ed ‘80, mentre negli ultimi quattro lustri ne sono state costruite 8mila di nuove.
La storia delle nazioni è spesso anche la storia delle religioni, e la Russia, l’Unione Sovietica del secolo breve, ne è lampante dimostrazione. I numeri in questione si riferiscono al numero di moschee presenti sul proprio territorio.
La comunità musulmana russa con venti milioni di fedeli è la più numerosa d’Europa e domani 23 settembre, vigilia di Eid el Adha (la festa dell’offerta) vivrà una grande giornata di gioia con l’inaugurazione a Mosca della più grande moschea ad est degli Urali.
Alta come un palazzo di sei piani, con una cupola di diametro maggiore rispetto a quella di San Pietro a Roma, è costata 170 milioni di dollari, tutti arrivati da donazioni. Potrà ospitare fino a diecimila fedeli su una superficie di diciannovemila metri quadrati.
L’occasione è propizia, meglio dire ghiotta per Vladimir Putin che in questi mesi sta ridisegnando la presenza del Cremlino nel vicino e nel medio oriente, territori islamici ma anche governi storicamente legati a Mosca e alla sua influenza.
Alla cerimonia saranno infatti presenti il leader turco Recep Erdogan, che dopo le crescenti tensioni con l’Unione Europea si è molto avvicinato alla sfera dell’ex funzionario del Kgb, che sebbene abbia confessato nel 2012 di esser stato battezzato come ortodosso in segreto dalla madre ai tempi di Stalin, non è mai stato certo molto attratto dalla fede , ma da consumato uomo politico coglie l’importante opportunità di avvicinamento al mondo islamico. Presenzieranno inoltre il presidente palestinese Mahmoud Abbas e quello iraniano Hassan Rohani, ognuno dei quali avrà in seguito incontri privati con Putin. E di certo non si parlerà fra loro del granito verde del Canada dei pavimenti della moschea, ma di strategie geopolitiche in territori che sono polveriere, ma che sono anche fra le più ricche di materie prime. E che quindi sono adatte a subire anche le ingerenze russe, oltre a quelle di chiunque altro in questi anni si sia avocato il diritto tutt’altro che disinteressato di intervenire nell’area. Per non parlare del resto dell’Asia, continente cui lo zar Vladimir guarda con grande interesse per espandere i propri commerci.
Per la grande comunità musulmana di Mosca domani sarà comunque soltanto una giornata di festa: dopo anni di preghiere fra parchi e vecchi magazzini finalmente disporranno di un luogo per riunirsi. I fedeli di Allah in Russia sono oltre 19 milioni e rappresentano il 14% dell’intere popolazione. Una larga fetta da portare dalla propria parte in ogni modo, anche professandosi baluardo della tutela delle diversità religiose.