Cleveland (Ohio). Il Sinodo generale della Chiesa Unita di Cristo approva il boicottaggio e il disinvestimento contro Israele
02 luglio 2015
Cresce nel mondo il Movimento nonviolento BDS che si oppone alla politica israeliana di occupazione e si impegna nella difesa dei diritti dei palestinesi
Martedì 30 giugno il 30° Sinodo generale della Chiesa unita di Cristo (Ucc), che si è svolto a Cleveland (Ohio), ha approvato in seduta plenaria con 508 voti favorevoli, 124 contrari e 38 astenuti la Risoluzione #4 che chiede il boicottaggio e il disinvestimento dalle aziende che traggono profitto dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi.
«Come discepoli di Gesù, cerchiamo di ascoltare la sua chiamata ad essere operatori di pace, rispondendo alla violenza con la nonviolenza e estendendo l’amore a tutti», ha detto il past. John Deckenback, della Conferenza dell’Atlantico centrale della Ucc, che ha presentato la risoluzione al Sinodo. «È nello spirito di amore sia per gli israeliani che per i palestinesi, e nel desiderio di sostenere i palestinesi nella loro lotta nonviolenta per la libertà, che la Chiesa unita di Cristo ha votato la presente risoluzione».
«Approvando questa risoluzione, la Ucc ha dimostrato il suo impegno per la giustizia e l’uguaglianza», ha detto Mitri Raheb, cristiano palestinese e pastore della Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa, che ha partecipato al Sinodo di Cleveland. «Per i palestinesi che vivono sotto l’occupazione o che affrontano la discriminazione sistematica come cittadini di Israele - sopportando la distruzione delle loro case e delle imprese, il furto della loro terra per gli insediamenti, e vivendo sotto assedio - questa azione invia un segnale forte che non sono da soli, e che ci sono chiese che ancora hanno il coraggio di dire la verità contro il potere e di stare con gli oppressi».
Con l’approvazione della Risoluzione #4, la Ucc segue l’esempio di chiese sorelle, come la Chiesa Presbiteriana (Usa), che ha approvato una risoluzione simile l'anno scorso disinvestendo dalle aziende coinvolte nell’occupazione israeliana, e i Metodisti Uniti, che hanno votato per boicottare i prodotti fatti negli insediamenti israeliani e nei territori palestinesi occupati.
La presa di posizione della Ucc si inserisce nel crescente movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), nato nel 2005 per iniziativa di organizzazioni della società civile palestinese e ispirato dal movimento contro l’apartheid in Sudafrica, che in maniera del tutto legale e nonviolenta, si oppone alla politica israeliana di occupazione e si impegna nella difesa e tutela dei diritti dei palestinesi.
Il governo israeliano e molti leader ebrei accusano il BDS di essere antisemita e di delegittimare Israele. Recentemente, per contrastare le attività dei movimenti e dei gruppi che promuovono nel mondo il boicottaggio e le sanzioni contro Israele per le sue politiche nei confronti dei palestinesi sotto occupazione, il premier Netanyahu, i suoi ministri e buona parte della Knesset stanno preparando una controffensiva che sarà finanziata con circa 26 milioni di dollari e che sarà rivolta soprattutto alle associazioni straniere legate al BDS. L’8 giugno scorso un deputato ha presentato in parlamento un disegno di legge che prevede il divieto d’ingresso in Israele a tutti i cittadini stranieri che saranno segnalati come sostenitori del boicottaggio.
BDS intanto cresce in tutto il mondo: negli Stati Uniti, in Europa, ed è operativo anche in Italia. BDS Italia, costituito da associazioni e gruppi in tutta la penisola, promuove campagne e iniziative a livello nazionale e locale.