Riformati mondiali. Il presidente Pillay: «Per la giustizia sporchiamoci le mani»
15 maggio 2015
In corso in Libano il Comitato esecutivo annuale della Comunione mondiale delle chiese riformate
Oggi sono in particolare due le sfide che il mondo si trova ad affrontare: l'ingiustizia e la frammentazione. Lo ha detto il presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate (Cmcr), il pastore sudafricano Jerry Pillay, aprendo i lavori dell'annuale Comitato esecutivo dell'organismo mondiale in corso vicino a Beirut, in Libano.
«Il mondo è in crisi, è plagiato da ingiustizie ed è dominato dall'avidità. Non è questo un tempo di unità, sia nel mondo, che nelle società, ma anche nella vita delle persone. Pertanto non è nemmeno un tempo per l'unità nella chiesa o nel movimento ecumenico», ha affermato Pillay. Ma cionondimeno, in queste sfide, il presidente del Cmcr vede un'opportunità: attraverso la crisi il Cmcr - organismo che raccoglie 229 chiese riformate, congregazionaliste, presbiteriane, valdesi e unite in tutto il mondo - ha la possibilità di ricalibrare propri centri di interesse, che poi non solo altro che la giustizia, la pace e la riconciliazione. «La nostra attenzione va focalizzata sulla Confessione di Accra» ha ribadito il presidente Pillay, puntando sull'attualità del documento ratificato nel 2004 in Ghana dall’Assemblea generale dell’allora Alleanza riformata mondiale (Arm), di fatto una pietra miliare nel processo verso un patto per la giustizia economica ed ambientale. Il documento, per Pillay, «ci aiuterà a concentrarci nel nostro desiderio di unità all'interno della Comunione, ma anche concentrarci nel nostro impegno verso l'unità dei cristiani». E concludendo ha chiamato ad un'assunzione di responsabilità: «Dobbiamo mettere la giustizia al cuore della nostra comunione senza temere di “sporcarci le mani”». (Per la Confessione di fede di Accra vai qui).