Sfogliando i giornali del 10 marzo
10 marzo 2015
Per il Tar del Lazio le unioni tra persone dello stesso sesso possono essere annullate solo da un tribunale, l'offensiva su Tikrit in Iraq, gli scontri in Myanmar, i primi nati da fecondazione eterologa in Italia, la legge contro violenza e femminicidio in Brasile
01 – Roma, secondo il Tar del Lazio solo i tribunali possono annullare le trascrizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di alcune coppie contro l'annullamento, disposto il 31 ottobre scorso dal prefetto di Roma, della trascrizione della loro unione contratta all'estero nel registro delle unioni civili nella capitale. Secondo il tribunale amministrativo, l’annullamento delle trascrizioni di nozze tra persone dello stesso sesso celebrate all’estero può arrivare solo dal tribunale civile, che ha però bisogno di un’azione da parte di un procuratore per poter procedere. In seguito a questa sentenza tornano valide le trascrizioni effettuate dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, che nelle dichiarazioni immediatamente successive al pronunciamento ha commentato «avevo sempre affermato che […] fosse un dovere del sindaco trascrivere un documento di un’unione avvenuta all’estero di due cittadini della mia città». Lo scontro giuridico era cominciato lo scorso 7 ottobre, quando il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, aveva sollecitato i prefetti a invitare i sindaci a cancellare le trascrizioni.
02 – Iraq, continua l’offensiva a Tikrit mentre il gruppo Stato islamico preoccupa il Consiglio di sicurezza Onu
L’esercito iracheno ha comunicato questa mattina di aver ripreso il controllo di alcuni giacimenti petroliferi nella periferia di Tikrit, una delle roccaforti del gruppo Stato islamico e sotto attacco da circa una settimana. L’esercito, affiancato dalle milizie sciite e dai bombardamenti dell’aviazione irachena, è entrato ad Al Alam sottraendo il giacimento petrolifero di Al Ojail, che produce circa 25.000 barili di petrolio e 4 milioni di metri cubi di gas al giorno, dal controllo del gruppo Stato islamico. Quasi in contemporanea le forze curde, sostenute dai raid aerei occidentali, hanno lanciato un’offensiva contro la città irachena di Kirkuk, anch’essa controllata dall’Isis. Intanto, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha annunciato che il 27 marzo si riunirà per parlare della persecuzione delle minoranze, e in particolare dei cristiani in Medio oriente, minacciati dall’Isis ma non solo.
03 – Myanmar, scontri tra polizia e studenti
La polizia birmana si è scontrata con un gruppo di duecento studenti ospitati in un monastero buddista a Letpadan. Il 2 marzo le forze dell’ordine avevano circondato l’area del monastero in cui si erano rifugiati gli studenti per impedire al gruppo di continuare una marcia di protesta contro la riforma dell’istruzione partita da Mandalay più di un mese fa. La polizia è entrata dentro il cortile del monastero e ha usato dei bastoni per picchiare i manifestanti, i giornalisti e i monaci che si sono uniti nella protesta. Secondo alcuni testimoni, i poliziotti avrebbero distrutto anche i finestrini di un’automobile di uno studente e un’ambulanza dove si erano rifugiati alcuni manifestanti.
04 – Italia, sono due gemelli i primi bambini italiani nati da fecondazione assistita eterologa
Sono nati in Italia i primi due bambini concepiti con la fecondazione assistita eterologa. Una donna di 47 anni è dunque diventata madre grazie alla donazione di ovociti a fresco da parte di una donatrice italiana. La notizia della nascita, racconta la Repubblica, arriva proprio in coincidenza con il compimento degli undici anni della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita entrata in vigore il 10 marzo del 2004. La legge 40, inoltre, potrebbe subire una nuova battuta d’arresto quando, ad aprile, la Corte Costituzionale dovrà decidere sul divieto di diagnosi preimpianto per le coppie fertili con malattie genetiche trasmissibili ai figli. In 11 anni diverse parti della legge 40 sono state sottoposte a parere contrario in 33 sentenze.
05 – Brasile, approvata una legge contro la violenza sulle donne e il femminicidio
La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha firmato questa mattina una legge che introduce pene più severe per l’omicidio di donne e ragazze, vittime principalmente di violenze domestiche. La legge prevede pene comprese tra i 12 e i 30 anni di carcere, che potranno essere aumentate nel caso in cui la donna uccisa fosse incinta. Dopo aver firmato la legge, la presidente Rousseff ha ricordato in conferenza stampa che «ogni giorno nel paese vengono uccise 15 donne». La nuova legge inserisce il femminicidio nel codice penale, allineandosi a legislazioni simili già in vigore in altri paesi dell’America latina e in particolare a El Salvador, il paese al mondo con il maggior tasso di omicidi legati a violenze domestiche.
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