Le caricature ci preservano dall’idolatria
06 febbraio 2015
L’effetto “Charlie Hebdo” si è sentito anche al Festival del fumetto cristiano di Angoulême
Un Cristo crocifisso con dodici buchi nel corpo e la scritta sulla croce “Bestemmiatore” ben visibile nel piccolo tempio della chiesa riformata (ora Chiesa protestante unita) di Angoulême, il capoluogo della Charente e, soprattutto, la capitale europea del fumetto. «I buchi rappresentano i colpi di kalashnikov dei terroristi e le dodici vittime dell’attacco terroristico a Charlie Hebdo, mentre la scritta sta a ricordare che anche Gesù è stato messo a morte con l'accusa di aver bestemmiato», spiega il pastore-disegnatore Jean Pierre Molina. Insomma, un blasfemo (o meglio, ritenuto tale) messo a morte per questo, proprio come è successo (fatte le debite proporzioni e distinzioni) ai disegnatori del settimanale umoristico “Charlie Hebdo“, nella strage del 7 gennaio scorso.
Già, inevitabilmente, l’effetto “Charlie Hebdo” si è fatto sentire anche sul Festival del fumetto cristiano, che ogni anno viene ospitato nella cittadina francese all’interno del più importante Festival International de la Bande Dessinée, ovvero del fumetto, che si è tenuto a fine gennaio.
I disegni di Molina, nell’esposizione “Bibbia e caricatura” hanno proposto un divertente percorso nella narrazione biblica attraverso caricature, vignette, gag, ma sempre con grande fedeltà al testo e, soprattutto, al messaggio cristiano. La mostra, in verità, era già stata decisa prima delle stragi di Parigi e alla luce di quell’evento è diventata ancora più di attualità, con alcune aggiunte. Una di queste, appunto, è il Cristo crocifisso perché “bestemmiatore“ e poi un incontro di grande interesse su “Caricatura e blasfemia“ dove le posizioni sul diritto di satira, sui limiti che questa debba o non debba avere, si sono confrontate con grande apertura ed efficacia. E’ stata una sorta di anteprima del programma di “Traits d’Esprit”, esposizione e incontri su caricatura e teologia che si terrà alla Facoltà protestante di teologia di Parigi da 4 al 28 marzo prossimi.
“Des images pour ne pas prosterner”: lo slogan dell’iniziativa parigina è nello stesso spirito della mostra andata in scena ad Angoulême, anche perché lo stesso Molina è l’animatore di entrambi gli eventi: il punto centrale è proprio questo: realizzare immagini in caricatura ci ricorda che non dobbiamo prostrarci di fronte a esse, non dobbiamo essere idolatri. «Credo che le caricature in questo senso siano preziose proprio per evitare di cadere nell’idolatria, penso che siano un ottimo antidoto all’idolatria», conferma la pastora riformata di Angoulême, Solange Weiss-Déaux che ha organizzato l’evento ospitando con entusiasmo i disegni di Molina, veterano del Festival con le sue esilaranti ed efficaci predicazioni a fumetti. Sì perché il fumetto, la caricatura e il sorriso possono essere efficaci strumenti di evangelizzazione. Forse qualcuno potrebbe scandalizzarsi all’idea di assistere a predicazioni giocate sull’umorismo (grafico e verbale) che suscitano ilarità tra chi ascolta. Invece, la predicazione a fumetti di Molina durante le veglia ecumenica di preghiera (ormai tradizionale appuntamento nel tempio di Angoulême) è stata molto bella dal punto di vista teologico, ha spiegato con grande efficacia il messaggio dei brani su Anania e Saffira (Atti 5:1-11) e sul “buon samaritano”, (Luca 10: 25-37) stimolando al tempo stesso riflessione e grandi risate da parte del pubblico composto da protestanti riformati, cattolici e membri della Chiesa evangelica libera. Insomma, si può evangelizzare e predicare nel tempio anche facendo ridere con buffe caricature (magari rappresentando l’apostolo Pietro con un vestito da marinaretto per il suo lavoro di pescatore) senza perdere nulla, però, della profondità teologica della predicazione.
Uno dei momenti clou del Festival del fumetto cristiano è senz’altro quello dei premi: il Prix 2015 assegnato dalla giuria ecumenica è andato ad “Amazigh“ di Mohammed Arejdal e Cedric Liano. Un toccante e realistico racconto di migranti, non privo di ironia e di pathos. Un fumetto autobiografico basato sull’esperienza di Arejdal, un “clandestino“ che ha cercato fortuna in Europa lasciando giovanissimo il Marocco, ma che poi dopo diverse traversie è stato espulso e rimpatriato, scoprendo proprio nel suo Paese la strada per seguire la sua vena artistica.
Il Festival del fumetto cristiano ha vissuto altri momenti forti all’interno delle varie chiese coinvolte (a partire dalla splendida cattedrale cattolica) con mostre, incontri, animazioni chiudendo il suo percorso con un animato culto nella Chiesa evangelica libera con il Vangelo sempre al centro e il sorriso sempre pronto. Pregare sorridendo? Si può!