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In Germania la Consulta globale sulle migrazioni

Quale ruolo può ricoprire la chiesa nel gestire la vera emergenza del nuovo millennio

E’ tempo di «creare uno spazio di dialogo aperto e sincero», hanno dichiarato i quasi quaranta partecipanti alla Consulta globale sulle migrazioni (Global Migration Consultation). L’incontro, nel corso della seduta conclusiva, che si è svolta il 7 dicembre a Freudenstadt, in Germania, ha offerto le sue valutazioni preliminari insieme con alcune «riflessioni che ci riguardano in quanto chiesa».

Indetta congiuntamente dalla Chiesa metodista tedesca unita (United Methodist Church in Germany) e dal Consiglio generale per i ministeri pastorali globali (General Board of Global Ministries), la Consulta globale per le migrazioni ha indagato le tendenze e le cause degli spostamenti forzati di popolazione dai Paesi di origine. E’ stato riferito che circa 232 milioni di persone hanno scelto di trasferirsi o sono state costrette a trasferirsi a causa di disastri naturali, guerre e conflitti armati, ragioni economiche, tratta di schiavi o traffico sessuale. Quella che sarebbe la quinta nazione al mondo per popolazione è un gruppo di persone “senza una dimora lontano da casa – noi siamo senza dimora e basta”, come ha affermato il rev. T.K. Mapfek, Sovrintendente di circuito della Conferenza dello Zimbabwe, il cui ministero è molto attento alla diaspora da quel paese.

La riflessione sulle migrazioni si è basata su storie personali ed è stata guidata da una interpretazione biblica e teologica. Il teol. Michael Nausner ha suggerito che, tra le possibilità di una teologia delle migrazioni, vi siano le convinzioni secondo cui i cristiani: (1) non sono dominatori di una cultura; (2) riconoscono se stessi meglio come stranieri; (3) appartengono a una “comunità immaginata”; (4) sono chiamati a resistere alla imposizione di qualsiasi struttura di “essere assoluto”.

“Essere, divenire, appartenere” sono altrettanti passi in un progredire di dignità umana, secondo quanto hanno suggerito i partecipanti. Essi hanno riconosciuto il carattere complesso e ambiguo dei confini e hanno affermato che occorre prendere atto della storia coloniale e delle oppressioni neocoloniali ai fini di andare avanti. Il gruppo ha affermato altresì la necessità di un fondamento teologico e biblico per operare entro e con le migrazioni.

In una fase precedente della seduta conclusiva – che si svolgeva presso l’Hotel Teuchelwald, un’opera della Chiesa metodista tedesca unita, che si trova nella Foresta Nera - erano state avanzate poco meno di una ventina di proposte preliminari. Tra queste:

  • La stesura di un manuale del “mangiare insieme” grazie a pasti in comune, o agapi, e alla santa comunione… Il consumare pasti insieme produce comunità, oltre a rispondere a bisogni umani fondamentali.

  • La individuazione di luoghi di missione… il segretario generale del Consiglio generale per i ministeri pastorali globali Thomas Kemper ha suggerito che: “i migranti sono i missionari del secolo XXI” nella seduta di apertura della Consulta.

  • L’esigenza di trovare modelli opportuni per lavorare con i migranti di seconda e terza generazione, bimbi, giovanissimi e giovani… Un esempio è il Mi Familia Center di Canton, in Cina, che fornisce “servizi essenziali alle famiglie migranti” per aiutarle a integrarsi socialmente, a partecipare e a contribuire al benessere delle nostre comunità.

  • La creazione di strumenti elementari quali un vocabolario di terminologia delle migrazioni.

  • La progettazione di una campagna informativa sulle tematiche migratorie, sui rischi, sulla formazione e sui “benefici delle migrazioni per i paesi di destinazione”.

  • Lo sviluppo di funzioni dirigenziali.

  • La celebrazione di una Giornata delle migrazioni.

  • La istituzione di corsi accademici/seminariali sulle tematiche migratorie e di una rete di interscambio di risorse, ivi compresi piccoli passi educativi per i gruppi di chiesa.

  • Lo svolgimento di dialoghi post- Consulta.

  • Il coraggio di chiamare per nome le sfide e le difficoltà.

  • La collaborazione necessaria per comunicare questo lavoro alla chiese sia localmente sia globalmente.

  • Il rafforzamento delle capacità organizzative.

Per quanto riguarda la Consulta globale sulle migrazioni, il vescovo Rosemarie Wenner della Chiesa metodista unita ha affermato: “Abbiamo capito quanto sia importante offrire una dimora spirituale a coloro che sono stranieri, e di riaffermarne l’iniziativa per opere di giustizia, grazia e carità verso gli altri”.

Il vescovo Julius Trimble della Conferenza dell’Iowa (Stati Uniti) ha affermato: “Il nostro mandato è trasparente quando si tratta di amare e accogliere il migrante, lo straniero, il nostro prossimo”.

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