Ucraina, Siria: armi incendiarie minacciano civili
17 novembre 2014
Occorre una legge internazionale più restrittiva
È necessaria una legge più severa che regoli le armi incendiarie: lo sostiene Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, in un rapporto pubblicato pochi giorni fa in collaborazione con l’International Human Rights Clinic della Harvard Law School.
Il rapporto di 16 pagine, intitolato «Armi incendiarie: uso recente e crescente opposizione» è stato presentato nel corso della riunione annuale dei paesi che fanno parte della Convenzione sul divieto o la limitazione dell’impiego di talune armi convenzionali (Ccw), che si è tenuta dal 10 al 14 novembre 2014 presso le Nazioni Unite a Ginevra. Lo studio offre dettagli sugli attacchi con armi incendiarie avvenuti in particolare in Ucraina e in Siria a danno soprattutto dei civili.
Le armi incendiarie possono causare ustioni termiche e alle vie respiratorie atrocemente dolorose. Le vittime che sopravvivono subiscono danni fisici e psicologici a lungo termine a causa di estese cicatrici e deturpazione.
Human Rights Watch ha documentato attacchi incendiari con razzi Grad su due città in Ucraina, e l’utilizzo di armi incendiarie e bombe a botte, che contengono componenti incendiarie, da parte delle forze governative in Siria.
«I recenti attacchi con armi incendiarie mostrano che è tempo di rivedere e rafforzare il diritto internazionale su queste armi crudeli», ha detto Bonnie Docherty, ricercatore di Human Rights Watch e autore principale del rapporto.
In particolare si chiede la modifica del Protocollo III, relativo al divieto o limitazione dell’impiego di armi incendiarie, stilato più di 30 anni fa (1980).
La Convenzione, strumento internazionale di cui sono parte 111 Stati, tra cui anche l’Italia (ratifica dell’ottobre 2011), rappresenta uno dei più importanti traguardi degli ultimi anni in termini di protezione e tutela delle vittime dei conflitti armati.