Erranti come pecore
24 febbraio 2017
Un giorno una parola – commento a Isaia 63, 9
Non fu un inviato, né un angelo ma lui stesso a salvarli; nel suo amore e nella sua benevolenza egli li redense; se li prese sulle spalle e li portò tutti i giorni del passato
Isaia 63, 9
Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime
I Pietro 2, 25
Uno degli aspetti più evidenti nella nostra opulenta civiltà occidentale, è che abbiamo in gran parte perso la nozione di peccato: a differenza dei nostri padri, noi abbiamo una percezione assai tiepida della nostra inadeguatezza nei confronti del Signore. Certamente siamo consapevoli che il Male esiste, abbiamo piena coscienza del dolore che ci circonda e degli orrori che l’umanità è in grado di perpetrare. Ma facciamo molta fatica a sentirci peccatori a livello individuale.
Del resto cosa significa essere peccatori in una società dove si è persino perso il senso delle parole? Dove le missioni di pace seminano morte, e accogliere gli stranieri significa rinchiudere uomini, donne e bambini nei famigerati CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione)?
Ma perdere la nozione di peccato ha significato anche non riuscire più a sentire il senso profondo della riconoscenza per aver ricevuto il perdono. E con la riconoscenza abbiamo smarrito anche la gioia che prova il peccatore quando si sente accolto, quando sa che, nonostante tutto, è Dio stesso che lo chiama: nonostante il rinnegamento, l’indifferenza, la malvagità, la difficoltà di trovare la propria strada, di sentire la propria vocazione.
Perdere la percezione del proprio peccato, significa perdere anche la relazione con Dio, sottovalutare l’importanza della Grazia, essere indifferenti nei confronti perfino del nostro Signore, Colui che, nonostante il nostro peccato, continua ad amarci e a volerci.
Il messaggio che oggi ci giunge da Isaia e da Pietro è che siamo ancora oggi erranti come pecore, come dimostra la nostra incapacità a vedere il nostro peccato, ma se solo lo volessimo potremmo ancora ritrovare la strada che, nel renderci consapevoli della nostra umanità peccatrice, ci permetterà di vedere che è il Signore stesso che viene, ci prende sulle sue spalle e ci conduce in salvo facendo suoi tutti i nostri dolori, i nostri pensieri, le nostre fatiche e i nostri peccati. Ora e per sempre. Amen!