Cristo, fondamento vivente
31 ottobre 2014
Un giorno una parola – commento a 1 Corinzi 3, 11
Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre.
(Deuteronomio 29, 28)
Poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù.
(1 Corinzi 3, 11)
Cristo Gesù è chiamato “fondamento”, un’espressione che ha un valore metaforico notevole, quello su cui è fondata la chiesa. La parola fondamento possiede una doppia valenza: fonda la fede e la salvezza (e dunque la vita), nel senso che trasmette la salvezza (e dunque la vita) a chi entra a contatto con essa per diventare a sua volta pietra fondata su Cristo; è “fondamento” anche perché presiede e governa la chiesa che Egli stesso ha fondato, e di cui è Signore e Salvatore. Ha anche una valenza negativa, nessuno “può porre altro fondamento che sarebbe soltanto pietra morta, incapace di trasmettere la vita e la salvezza. Senza fondamento si galleggia, non vi è ancoraggio.
L’apostolo Paolo presenta Cristo come fondamento vivente che trasmette la vita. Fu condannato a morte e crocifisso. Fondamento del nuovo tempio non più di pietra, ma di carne, perciò è “pietra vivente”; si presenta non più come realtà provvisoria, ma come realtà fondante e definitiva, fondamento del nuovo tempio escatologico della fine del tempo. Questo dato è confermato dall’intervento divino. Cristo fu rifiutato dagli uomini, ma accettato da Dio che lo risuscitò “tra i morti” il terzo giorno. Dio stesso l’ha scelto e gli è prezioso, perché è l’unigenito del Padre. Allo stesso modo per noi la pietra rifiutata dal mondo diventa eletta e preziosa. In essa noi siamo eletti e diventiamo preziosi agli occhi di Dio, figli nel Figlio e pietre viventi fondate sul fondamento vivente di Cristo.