La fede in Gesù, pienezza di Dio
30 ottobre 2014
Un giorno una parola – commento a Giovanni 1, 16
Il Signore ha ristorato l’anima assetata e ha colmato di beni l’anima affamata.
(Salmo 107, 9)
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
(Giovanni 1, 16)
La fede non deve essere confusa con l’atto di credere a questa o all’altra dottrina, ma credere è in Giovanni, per non dire in tutta la Bibbia, fiducia in Dio e abbandono alla sua volontà, non un atto o azione umana, se lo fosse, la salvezza dipenderebbe da un atto umano, sarebbe salvezza per opere umane. La fede è fiducia, abbandono, la fede si risolve nel credere in Gesù che è la pienezza di Dio di cui ciascuno/a diviene oggetto (per grazia) della benevolenza divina. Gesù paragona la fede a “fiumi di acqua viva” che sgorgheranno dal suo seno e afferma che questo avviene secondo le Scritture. La fede in Gesù sarebbe dunque “secondo le Scritture”, cioè poggia sul fondamento di quello che vi è scritto nella parola di Dio.
Questa era la fede di Gesù, questa è la fede della chiesa, una fede “secondo le Scritture” e non secondo le tradizioni umane. Credere in Gesù forma parte di una storia scritta da Dio stesso nelle opere e nelle parole di Gesù, perché chi ha visto me (quello che dico e quello che faccio), ha visto il Padre, per questo motivo rappresenta la pienezza in contrasto con la nostra incompiutezza. Questo esclude altri oggetti della fede, altri contenuti, la fede è sempre e soltanto fede in Dio attraverso la testimonianza di Gesù, questa concentrazione cristologica è per Giovanni l’inizio della fede, non un atto umano, ma un abbandono fiducioso in Gesù, nella sua opera di salvezza così come la scrittura del Vangelo stesso la racconta dando testimonianza alla grazia infinita di Dio.