Questo è quello di cui il Signore ha parlato, quando ha detto: «Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo»
Levitico 10, 3
Questa è la parola ch’egli ha diretta ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti
Atti degli apostoli 10, 36
Quando si fa riferimento a Gesù Cristo spesso ci si concentra sul significato della sua morte e della sua risurrezione. Ma qui Pietro – colui che fa l’affermazione contenuta in questo versetto – fa chiaramente riferimento alla vita terrena di Gesù e la mette in relazione a quanto annunciato dai profeti: «Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Il tuo Dio regna!”» (Is. 52:7). Il ministero terreno di Gesù va quindi compreso come la realizzazione di questa antica profezia di Isaia. La vita di Gesù è stata opera di Dio e il suo ministero terreno un vigoroso messaggio di pace a favore del suo popolo. La pace qui è sia la riconciliazione, sia il complesso di tutte le benedizioni connesse con la concordia tra Dio e il suo popolo.
Questo messaggio di pace include il fatto che «Egli è il Signore di tutti» e questa affermazione è carica di conseguenze, infatti segna l’inizio dell’evangelizzazione dei pagani. Perché qualche volta bisogna essere coraggiosi e avventurarsi nei territori non ancora esplorati della fede. A volte ci rinchiudiamo dentro «ciò che è scritto» come se fosse un recinto dal quale non si deve uscire, ma la vita di Gesù getta le basi di nuovi sviluppi imprevisti. Il punto di questo versetto sta nell’affermare che il ministero terreno di Gesù è stato opera di Dio tanto quanto la legge e i profeti, cioè la Scrittura, e questo ministero è come un territorio che deve essere esplorato in tutti i suoi nuovi panorami, anche quando sembrano diversi da quelli abituali.