Chi è Gesù per te?
25 ottobre 2016
Un giorno una parola – commento a I Timoteo 3, 16
Ecco, le cose di prima sono avvenute e io ve ne annunzio delle nuove; prima che germoglino, ce le rendo note
Isaia 42, 9
Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria
I Timoteo 3, 16
Questo versetto rappresenta una dogmatica in miniatura: con poche parole si esprime «il mistero della pietà» (I Tim. 3, 16). È un mistero sul quale il mattino di Pasqua getta luce, ma che nondimeno rimane tale. Che cosa devono sapere i credenti, cosa possono sperare e in chi devono avere fede, è un annuncio esposto al dubbio, al fraintendimento e allo scandalo. Eppure, «la pazzia della predicazione» (I Cor. 1, 21) – come la definisce l’apostolo Paolo – è lo strumento scelto dall’Eterno per salvare gli esseri umani.
Dio fatto uomo è stato risuscito mediante lo Spirito ed è apparso agli angeli, è stato predicato e creduto nel mondo, è stato glorificato: Dio e uomo, unico Signore… Per molte persone, questo rappresenta una bella favola; per altri una vecchia superstizione: ma per te? Sì, proprio tu che stai leggendo in questo momento, che forse ti professi cristiano e magari frequenti con una certa regolarità la chiesa, per te tutto questo cosa significa?
Sappiamo cosa ha significato per Agostino e Martin Lutero, per John Wesley e Albert Schweitzer: la loro vita può fornire una valida pista di riflessione. Sappiamo anche come alcuni teologi, nel tentativo encomiabile di spiegare le affermazioni di fede contenute (anche) nel nostro versetto, hanno eretto cattedrali di pensiero nelle quali chi scrive si perde spesso. Sappiamo pure che altri credenti si sono dedicati a una vita di testimonianza attiva, concreta e ininterrotta, il cui esempio è fonte di ammirazione e ringraziamento. Tuttavia, arriva il momento in cui il confronto personale e diretto con Gesù Cristo non è più rimandabile, quando bisogna rispondere all’antica domanda: «E tu, chi dici che io sia?» (Mc. 8,29).
Nella fede, ci è data la risposta in passi della Scrittura come questo. È una risposta che è soltanto schizzata: non è il quadro completo che vorremmo, eppure è sufficiente. È vero, rimane un mistero: ma in questo mistero c’è Dio.