Avventisti, le sfide al femminile per il 2015
21 ottobre 2014
Il prossimo anno la Chiesa avventista deciderà se consacrare o meno donne pastore
La Chiesa Avventista del 7° Giorno potrà decidere, già dal prossimo mese di luglio, di prendere un voto storico sull’opportunità di consacrare le donne come pastore. La decisione di consentire il voto è stata presa il 14 ottobre dal Comitato esecutivo della Conferenza Generale (Cg), durante il Consiglio annuale in corso presso la sede mondiale della Chiesa a Silver Spring. Il voto sulla consacrazione delle donne potrebbe porre fine, o prolungare ulteriormente, un dibattito che va avanti da decenni.
Il Comitato plenario della Cg ha praticamente dedicato l’intera giornata ad ascoltare il rapporto della Commissione di studio sulla teologia della consacrazione (Tosc) appositamente nominata per studiare l’argomento. La suddetta Commissione non è riuscita a trovare una posizione consensuale sulla consacrazione delle donne al ministero pastorale, per cui si è espressa con tre documenti: un rapporto contrario (minoritario), un rapporto in favore che tuttavia non impone la pratica se non a coloro che volontariamente la scelgono (questo è stato votato dalla maggioranza della Tosc) e uno che pur affermando un «ideale divino» di leadership maschile, permette adattamenti, dettati da varie circostanze, a livello regionale. Quindi due rapporti suggeriscono di dare libertà localmente. L’ufficio del presidente della Cg, con i vicepresidenti e i presidenti delle Divisione, hanno suggerito la diversificazione come via per mantenere l’unità della Chiesa a livello generale.
Il dibattito sul tema ha sottolineato che non permettere la flessibilità sulla consacrazione delle donne al ministero pastorale spaccherebbe la Chiesa. La Commissione di studio ha anche prodotto una dichiarazione sul significato della consacrazione in generale, che è stata adottata dal Comitato plenario.
Dopo aver preso atto del rapporto, è stata formulata la proposta di voto avanzata dai vertici della Chiesa: i presidenti di Conferenza generale e Divisioni. La proposta espressa in un documento di tre pagine era di porre alla Sessione della Conferenza generale di San Antonio, nel luglio 2015, la domanda: «Siete favorevoli a lasciare alle Divisioni la facoltà di decidere se consacrare o meno una donna al ministero pastorale nei loro territori? Sì o No».
Il dibattito è stato animato da tutti i più autorevoli amministratori del mondo avventista e si è concluso con 248 voti favorevoli e 44 contrari. Quindi la risposta definitiva è rimandata alla Sessione della Conferenza Generale in qualità di autorità ultima in materia di decisioni amministrative e dottrinali.
La discussione sulla consacrazione delle donne è iniziata nella Chiesa avventista più di 130 anni fa, e si è intensificata dal 1970, soprattutto nelle regioni in cui i membri chiedono il cambiamento: Stati Uniti, parte dell’Europa e Sud Pacifico. Le Sessioni della Conferenza generale del 1990 e del 1995 avevano bocciato le proposte allora avanzate di permettere la consacrazione delle donne, e poi non se n’è più parlato nelle successive assemblee della Cg.
Nel 2010, durante la sessione di Atlanta, un delegato dallo stato americano della Pennsylvania ha presentato la richiesta che la Chiesa avventista sviluppi e articoli una teologia della consacrazione. Da ciò è conseguito l’impegno dei leader della Conferenza generale di aprire la discussione e nominare la Commissione di studio sulla teologia della consacrazione (Tosc).
Formata da 106 membri scelti dalle diverse Divisioni, essa ha lavorato a lungo, producendo un documento di 127 pagine usato come base per la discussione al Consiglio annuale.
La questione della teologia della consacrazione sarà nell’ordine del giorno della Sessione della Conferenza Generale di San Antonio 2015, ma il risultato è tutt’altro che certo. Infatti, i circa 2.600 delegati con diritto di voto potranno decidere se adottare, respingere o emendare la proposta.