Il Nobel per la fisica è passato anche dal Politecnico di Torino
06 ottobre 2016
La storia di Michael -Mike- Kosterlitz, fra arrampicata e fisica
Il Nobel per la Fisica è andato a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz. Quest’ultimo è un nome molto conosciuto nel «piccolo» ambiente alpinistico italiano, piemontese in particolare. Mike Kosterlitz (così è chiamato) ha lasciato il segno su numerose pareti aprendo difficili vie d’arrampicate all’inizio degli anni ’70 in compagni di illustri nomi dell’alpinismo come Gianpiero Motti e Giancarlo Grassi.
Un pò in ritardo rispetto al resto del mondo il ’68 arrivò anche nel mondo dell’arrampicata con un movimento che ruppe con il passato: il «Nuovo Mattino» di cui Motti era il principale animatore seguito dai vari Grassi, Danilo Galante, Roberto Bonelli, Andrea Gobetti solo per citarne alcuni. In mezzo a quel gruppo dissacratorio, che iniziava a scoprire le rocce di fondovalle che partono e finiscono in un prato e non più le cime delle montagne, fece la comparsa anche uno studente scozzese, che già arrampicava sulle (modeste) montagne del Derbyshire e del Galles. Era proprio Kosterlitz che al suo attivo aveva già numerose salite importanti sulle Alpi e stava studiando Fisica teorica al Politecnico di Torino. Nessuno del mondo tradizionale alpinisitico torinese si fidò dello scozzese che però incontrò il Nuovo Mattino e inizio ad aprire itinerari sulle rocce sopra Ceresole Reale, in valle dell’Orco.
Kosterlitz lascia il segno anche sul Pizzo Badile, montagna resa famosa da una salita di Riccardo Cassin, ma la via più famosa è proprio in valle dell’Orco. E non si tratta di una montagna, neppure di una parete. Ma di un sasso. Alto alcuni metri. Inciso dall’alto verso il basso da una regolare fessura, la Fessura Kosterlitz, banco di prova per intere generazioni di arrampicatori (e molto temuta, la salita si effettua senza corda e senza protezioni). Fessura che ha rischiato di scomparire alcuni anni fa per i lavori di messa in sicurezza della vicina strada. Grazie a una piccola mobilitazione il sasso non è stato fatto saltare in aria e ancora oggi ci si può cimentare con la via aperta dal futuro premio Nobel Kosterlitz.
Ancora oggi per ripetere una via dello scozzese ci vuole un’ottima preparazione, a dimostrazione di quanto fosse in anticipo su tempi all’inizio degli anni ’70.
Kosterlitz ha poi smesso di scalare per motivi di salute e ha invece continuato i suoi studi fino ad arrivare al Nobel, con studi sulle transizioni di fase topologiche e per le fasi topologiche della materia.
Insomma a Kosterlitz le cose facili non sono mai piaciute.