«Non tutti sono indifferenti alle stragi di civili ad Aleppo. Non tutti ignorano le grida di aiuto dei migranti che lottano contro la morte nel Mediterraneo. Non tutti respingono, alzano muri, spargono odio e divisioni», così ricordano i promotori della Marcia della pace e della fraternità, la #Perugiassisi che, domenica 9 ottobre alle 9 dai Giardini del Frontone di Perugia – percorrendo 24 chilometri – raggiungerà la Rocca di Assisi dove, sul palco, si alterneranno testimonianze e appelli; un cammino iniziato nel lontano 1961.
Decine di migliaia di persone e organizzazioni di diverso orientamento culturale, politico, religioso, provenienti da tutta Italia hanno dato la loro adesione, anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei): «La Fcei – ha dichiarato stamane a Riforma.it il presidente, pastore Luca Maria Negro, di ritorno da Lampedusa dove ha celebrato la commemorazione ecumenica in occasione del 3 Ottobre – dà la sua convinta adesione alla Marcia per la pace #Perugiassisi, convocata per spezzare il muro dell’indifferenza di fronte alle stragi di civili ad Aleppo e alle grida di aiuto dei migranti nel Mediterraneo. Come Fcei – prosegue Negro – siamo impegnati da molto tempo su questo fronte, attraverso il nostro programma Mediterranean Hope (Mh) ed, in particolare, attraverso il progetto ecumenico dei “corridoi umanitari”, grazie al quale oltre 300 rifugiati hanno già raggiunto l’Italia in tutta sicurezza, e altri 135 arriveranno entro la fine di ottobre».
Questa mattina si è tenuta a Roma la conferenza stampa di presentazione della Marcia, presso la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi): «Un fatto unico in Europa – ha ricordato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace –. Domenica prossima una grande manifestazione popolare romperà il silenzio inquietante che circonda le tante, troppe, tragedie vicine e lontane dei nostri giorni. Un cammino di pace per dare voce a chi non l’ha, per scuotere i responsabili della politica ma anche per rafforzare ed estendere l’impegno di chi non si è rassegnato». Insieme a Lotti, Sergio Bassoli, della Rete della Pace; padre Enzo Fortunato del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi; Raffaele Lorusso, Segretario generale Fnsi; Vittorio di Trapani, Segretario generale del sindacato giornalisti Rai (Usigrai); Elisa Marincola, la portavoce di Articolo 21; Francesca Chiavacci, presidente dell’Arci; Guido Barbera, presidente del Cipsi e Vittorio Cogliati Dezza per Legambiente.
L’idea di convocare una marcia per la pace venne ad Aldo Capitini (1899-1968) nel negli anni ’50: «proprio mentre la situazione internazionale si faceva sempre più pesante per la guerra fredda, la corsa al riarmo, la costruzione del muro di Berlino e il consolidamento della divisione del mondo in due blocchi politico-militari contrapposti. Ma solo nell’estate del 1960 – ha ricordato Lotti – la Marcia cominciò a prendere corpo con l’invio delle prime lettere e la costituzione di un piccolo comitato promotore che lentamente raccolse numerose adesioni di intellettuali, professori, insegnanti, partiti, parlamentari, amministratori comunali e provinciali, sindacati e associazioni di ogni genere».
Una Marcia che doveva essere «popolare e regionale», in modo da «destare la consapevolezza della pace in pericolo nelle persone più periferiche e lontane dall’informazione e dalla politica». Fu scelta Assisi come meta della Marcia così da richiamare «il santo italiano della nonviolenza», dice ancora Lotti: «Capitini disegnò il percorso attraverso le zone più popolose dell’Umbria, Perugia, Bastia Umbra e Santa Maria degli Angeli.
Il 24 settembre del 1961, alle 8 del mattino, la Marcia Perugia-Assisi della pace per la fratellanza dei popoli prese il via dai Giardini del Frontone di Perugia. Tra i partecipanti c'era gente d’ogni condizione sociale, nomi illustri e non; una partecipazione eccezionale che sorprese un po’ tutti. Era la prima volta che una simile iniziativa si svolgeva in Italia».
E così, domenica 19 ottobre, 53 anni dopo, decine di migliaia di persone faranno vivere la Ventesima Marcia per la pace #Perugiassisi con l’hashtag (#): «La pace è in pericolo – ha ricordato ancora Lotti – ma fatichiamo a credere, come sostiene papa Francesco, di trovarci di fronte ad una “terza guerra mondiale”, certamente oggi più che mai è urgente ritrovarsi per una grande mobilitazione per la pace. Questo è il momento. Dopo sarà troppo tardi».