Fate udire le vostre lodi, e dite: «Signore, salva il tuo popolo»
Geremia 31, 7
Va’ a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te
Marco 5, 19
Gesù è appena sbarcato a Gerasa e subito libera da una legione di demoni un uomo che da tanti anni viveva in condizioni disumane, tra i sepolcri e l’isolamento forzato. Gesù non passa oltre; si interessa della sua condizione e lo libera, ordinando ai demoni di entrare in un branco di maiali poco distanti.
Forse, preoccupato delle ripercussioni che avrebbe potuto subire a causa della tragica fine che fecero i maiali, precipitati in un burrone, o probabilmente perché grato al Signore per la grazia ricevuta, l’uomo prega Gesù di poterlo seguire. Egli è disposto ad andare via dal luogo in cui vive da sempre, un luogo che – seppur teatro della sua possessione – gli appartiene. È così felice di quanto ha potuto vivere che anela dedicare i suoi sforzi ed il suo tempo alla sequela di Gesù. Ma Gesù, questo Gesù che abbiamo imparato a conoscere e che non è mai scontato, sempre ricco di sorprese, non glielo permette. Che strano! Gesù trascorre il primo periodo della sua vita pubblica a chiamare i suoi discepoli, chiama il pubblicano Levi a diventare suo seguace, invita il giovane ricco a vendere i suoi beni e a seguirlo, ma non permette di fare lo stesso ad un uomo che spontaneamente gli offre il suo tempo. Secondo la mentalità comune, oggi come ieri, avremmo potuto gridare allo scandalo di un Gesù disinteressato a noi.
Invece l’uomo geraseno capisce la missione affidatagli dal Cristo e va, accoglie il suo invito, e comincia a proclamare nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui. Capisce che il suo impegno in quel luogo può portare un grande frutto e per questo si mette subito all’opera. Non interpreta la risposta di Gesù come una mancanza di amore nei suoi confronti; non si arrende, sentendosi privilegiato di potere stupire tutti coloro ai quali si presenterà mostrando loro il suo nuovo essere, trasformato dall’intervento del Messia.
Spesso anche a noi risulta difficile interpretare i progetti che Dio ha per noi perché a volte non corrispondono alle nostre aspettative; per questo ci scoraggiamo, molliamo la presa e ci sentiamo sconfitti. Poi, però, allorché diamo a Dio la possibilità di servirsi di noi come meglio crede, diveniamo testimoni di eventi straordinari. Ed è questo ciò che Gesù ha in serbo: fare di noi, con noi e per noi, meraviglie! A modo suo!