Storia e memoria a cavallo delle Alpi ribelli
Anche diverse vicende del mondo valdese nell'ultimo libro di Enrico Camanni
Lo scorso anno a Pralibro era stato annunciato un nuovo libro che coniugava Alpi e libertà, ed eccolo fresco di stampa*, nella cornice della 14a edizione della rassegna, che si inaugura sabato 23 luglio a Prali, in val Germanasca. La rassegna di autori, libri e incontri ad alta quota ha un taglio nazionale affinché i confini non siano barriere ma ponti, o meglio «zone di contatto» dove si incontra l’altro, dove ci si confronta e si dialoga a partire dalle differenze e oltre, ampliando l’orizzonte, scoprendo la comune umanità. Un folto gruppo di amici d’altrove dialogherà via Skype con gli organizzatori, ma l’inaugurazione sarà anche l’occasione per unire diversi linguaggi: musica e parole migranti per creare un senso di comunità che non ha nulla di geografico o territoriale ma che accoglie la reciprocità nell’accoglienza (per il programma, vedi le pagine dell’Eco delle Valli valdesi).
Il libro di Enrico Camanni esplora luoghi e personaggi, in un viaggio nel tempo lungo della storia e nello spazio dell’intero arco alpino: una sorta di cartografia del presente, storie memorabili che sono in parte poco conosciute, in parte già molto raccontate ma che ricevono da questa scrittura lieve e intensa una nuova luce, anche grazie alle citazioni bibliche, come se la polvere del passato si sollevasse all’improvviso e rivelasse tutta la sua feconda ispirazione per vedere le cose altrimenti, nel presente.
Il sottotitolo lega le storie con la resistenza e l’utopia e i lettori potranno ritrovare un caleidoscopio di vicende che sono collocate in un contesto più ampio, internazionale ed europeo (si fa cenno anche alla Carta di Chivasso). È uno sguardo necessario di questi tempi, anzi più che necessario. Perché le Alpi – contrariamente al senso comune – invece di essere una barriera, un confine per i respingimenti, sono state una frontiera permeabile, nonché un laboratorio di sperimentazione e di innovazione sociale, di qualità della vita, di smontaggio di stereotipi che spesso rappresentavano la montagna in contrasto con la città.
In questo libro l’autore porta a riconsiderare, sull’onda anche di una letteratura internazionale citata nell’introduzione, la diversità che esprime la montagna, forse un’utopia, che tenta di non cedere al consumismo delle pianure e che si fa voce critica e propositiva verso le derive del presente. E vuole farlo come progetto comune, pensando a tutte le aree decentrate e periferiche che in Italia sono numerose. Il libro è già stato presentato in diverse occasioni: a Torino (9 giugno), alla libreria «La Montagna», con Maurizio Dematteis, direttore di «Dislivelli», a Pinerolo (16 giugno ) alla libreria Volare con Boris Zobel e a Torre Pellice (16 luglio), ma ogni volta è un dialogo particolare con ogni comunità.
Attraverso una scrittura coinvolgente ed un’architettura del testo che disvela il senso del libro, il lettore è accompagnato per mano lungo i sentieri della storia: dalle vicende di Fra Dolcino e Margherita alle Pasque piemontesi e all’esilio di Gianavello, al Glorioso Rimpatrio di Henri Arnaud seguito dalla spinta evangelizzatrice a inizio Ottocento nel Queyras, dove arrivò il ginevrino Félix Neff che aveva imparato il patois per dialogare con le popolazioni locali. Ma è il filo della memoria, che lega alcuni personaggi più recenti, a restituire ai luoghi una profondità che rivela una riappropriazione del paesaggio culturale. Vi è un forte messaggio simbolico che traspare man mano che la lettura prosegue.
E poi la Resistenza: Camanni ha scelto alcuni episodi per rievocare la figura poco conosciuta di Giovanna Zangrandi – una scrittrice che divenne partigiana – oppure quella più nota di Nuto Revelli. Nel libro si parla anche di Giorgio Diritti e del suo film Il vento fa il suo giro che offre un’analisi spietata delle relazioni tra gli abitanti e i forestieri. Sulla tragedia del Vajont vi sono pagine significative, seguite da altre pagine sulle forme di resistenza durante gli anni Settanta fino ad arrivare ai giorni nostri e al movimento No Tav, con interviste che fanno riflettere piuttosto che rimarcare contrapposizioni ideologiche.
È insomma un libro «resiliente», che pone interrogativi su diverse questioni storiche e culturali, pur essendo molto godibile per il ritmo della narrazione: «le Alpi ci parlano di cose alte e ci esortano una volta ancora ad alzare gli occhi, ad aprire la mente per guardare oltre»: l’appuntamento per discuterne in alta quota è domenica 31 luglio a Pralibro.
* Enrico Camanni, Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia. Bari, Laterza, 2016, pp. 246. euro 18,00.