Vita nuova per i malati
15 ottobre 2014
Un giorno una parola – commento a Marco 1, 34
Certo, nel Signore, nel nostro Dio, sta la salvezza d’Israele.
(Geremia 3, 23)
Egli ne guarì molti che soffrivano di diverse malattie.
(Marco 1, 34)
Nell’incontro con i malati Gesù non interrompe il suo insegnamento per mettersi a fare il guaritore. Applica il suo insegnamento; mostra in concreto quali sono le possibilità della vita che è venuto a far conoscere. I malati avrebbero potuto essere tagliati fuori dal rinnovamento che Gesù ha creato attorno a sé. Ne sono invece i primi testimoni, segno che Gesù è venuto a salvare la vita nella sua interezza.
Nella malattia il rinnovamento della vita è messo pericolosamente in forse. Possiamo conoscere un rinnovamento se ci avviamo verso la guarigione. Ma se questa tarda a venire, o non viene affatto, conosciamo soltanto l’indebolimento di un corpo che soffre di limitazioni inarrestabili. Non siamo più gli stessi; stentiamo a ritrovarci. L’unico momento in cui siamo di nuovo noi stessi è il momento in cui ci poniamo davanti a Dio, il momento della preghiera. Lì Gesù è vicino e ci tende la mano. Non sentiamo necessariamente un miglioramento fisico, anche se questo può venire. Sentiamo di poter contare sulla vita che Gesù vive per noi e da cui siamo sostenuti.
Gesù si avvicina ai malati e vive con loro e per loro la comunione che ha con il Padre. La vive anche con noi e ce la trasmette, se ci affidiamo a lui. Per molti questo ha avuto come frutto la guarigione fisica. Un frutto che può ripetersi, perché le possibilità di Dio non sono esaurite.