Dio si prende cura di noi
30 giugno 2016
Un giorno una parola – commento a Marco 6, 12-13
Io ho visto le sue vie, e lo guarirò; lo guiderò e ridarò le mie consolazioni a lui
Isaia 57, 18
E, partiti, i dodici predicavano alla gente di ravvedersi; scacciavano molti demoni, ungevano d’olio molti infermi e li guarivano
Marco 6, 12-13
Malattia e guarigione sono una costante della nostra condizione. Si alternano per periodi e intensità più o meno variabile, ma ci accompagnano in tutte le fasi della nostra vita. Combattere la malattia e cercare aiuto nelle nostre infermità assorbe buona parte delle nostre risorse. Tutto questo non è estraneo a Dio. Egli si prende cura delle sue creature, a lui si rivolge in preghiera la persona che soffre e la promessa di Dio è che negli ultimi tempi ci sarà la guarigione non solo delle persone ma anche delle nazioni (Apocalisse 22, 2).
Nel ministero di Gesù e nella missione che egli assegna ai suoi apostoli e discepoli la guarigione è anticipazione del regno di Dio. Là dove il regno di Dio è predicato e accolto c’è guarigione dalle malattie fisiche, c’è liberazione dal maligno e restituzione a una vita nuova in grado di manifestare la potenza di Dio, quella potenza e quell’autorità che tutti riconoscono in Gesù.
Ci piacerebbe dire che come persone che hanno creduto siamo stati liberati definitivamente dalle malattie (fisiche e spirituali). Tuttavia non vogliamo essere così presuntuosi e ci ricordiamo delle malattie di cui ci parla l’apostolo Paolo. Una sembra essere di carattere fisico (una spina nella carne, 2 Cor 12, 7) e l’altra di carattere intrinseco morale (il bene che voglio non faccio, ma faccio il male che non voglio, Rom. 7, 15). Con Paolo ci ricordiamo che non siamo ancora nella pienezza del regno di Dio e, tuttavia, non siamo senza speranza. Abbiamo un salvatore che ci libera e ci è data la parola straordinaria e forte: la mia grazia ti basta (2 Cor 12, 9).