La libertà donata da Dio
09 ottobre 2014
Un giorno una parola – Commento a Esodo 20, 2
Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù.
(Esodo 20, 2)
Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone.
(Ebrei 11, 24)
La liberazione di Dio che precede i comandamenti di Dio. Gli schiavi vengono condotti fuori dal paese della schiavitù, sono chiamati a essere un popolo libero e a vivere in un patto con il loro sovrano e liberatore. Dio ha udito il grido dei suoi figli oppressi, ha operato una impensabile liberazione, guidando e proteggendo la fuga degli schiavi e colpendo duramente la superpotenza egiziana e il suo dio incarnato Faraone. Poi segue la legge, cioè il dovere della libertà. Non una libertà opzionale, quale quella dell’economia di mercato, in cui sei libero di comperare ciò che vuoi… finché non finiscono i soldi. Libertà da ogni schiavitù, libertà di amare Dio e il prossimo, libertà di cercare con gli altri la felicità di Dio. Una libertà che non si sceglie, ma per la quale si è scelti. Che non deriva dall’opzione della volontà umana, ma dall’opera libera e liberante del Signore. Una libertà impegnativa, scomoda, che rifiuta le comodità, le sicurezze e i rimpianti, ma l’unica libertà in cui vale la pena vivere come liberati e obbedienti, guidati e responsabili.
I comandamenti non sono e non saranno mai superati, in nessuna loro parte. I comandamenti sono perfettamente adempiuti nella persona di Gesù Cristo. In lui la liberazione dalla schiavitù si rivela come liberazione dal peccato, dalla condanna e dalla morte. In Cristo il comandamento adempiuto si rivela come indicazione importante, necessaria, imprescindibile per il discepolato e per la testimonianza, per la sofferenza e per la felicità, per amare Dio e per amare il prossimo. I comandamenti sono il vincolo, la riconoscenza e l’ubbidienza della liberazione e della autentica e realizzata libertà.