Annunziare le grandi opere di Dio
22 aprile 2016
Un giorno una parola – commento a Apocalisse 15, 3
Io, con le mie mani, ho spiegato i cieli e comando tutto il loro esercito
Isaia 45, 12
Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente
Apocalisse 15, 3
«Se Dio può fare ogni cosa, perché non interviene e lascia che ci siano tante vittime?». Da queste domande sono nate tante, ma tante crisi di fede che hanno lasciato il segno.
Nella confessione belga Dio è descritto con ben 12 caratteristiche, fra cui onnipotente. Tutti questi attributi hanno un riferimento biblico, tranne ‘onnipotente’. Il termine ebraico non esprime tanto l’onnipotenza, quanto vuole sottolineare che ciò che Dio fa è impressionante, imponente, come una montagna può essere imponente. Ciò che Dio compie ti lascia senza parole, ti emoziona fin dentro le tue ossa.
Le opere del Signore hanno questo effetto su di noi: impressionano, ci emozionano. Le opere del Signore per eccellenza sono la liberazione dalla schiavitù e la vittoria sulla morte in Gesù, una liberazione anche questa. Quando tutto sembra finito, si apre una strada nuova. In un mondo dove molte situazioni sono ancora situazioni di schiavitù è davvero grande e meraviglioso poter annunziare le opere che il Signore ha fatto e continua a fare in mezzo a noi.
Facciamoci sorprendere da Dio, facciamoci conquistare dal Signore: porte che erano chiuse si aprono; strade sbarrate si spianano; orizzonti offuscati si schiariscono.
Abbiamo tanto bisogno di liberazione da situazioni e strutture che dominano le nostre vite. Forse non crediamo più in un Dio onnipotente, e ci siamo già arresi e sottomessi a un altro Dio, quello delle macrostrutture, contro cui - secondo l’opinione pubblica - non si può fare niente.
Annunziare le grandi opere che Dio ci mette davanti, credere che le difficoltà che ci attanagliano non hanno l’ultima parola, fanno scricchiolare i poteri che hanno la pretesa di dominare le nostre vite. Questo è possibile, come è possibile che un fiore fiorisca nel deserto.