Una battista al sinodo dei vescovi di Roma
07 ottobre 2014
Valérie Poujoul, francese, invitata ai lavori per riscrivere l’idea di famiglia
Al Sinodo sulla famiglia apertosi domenica in Vaticano sono presenti anche otto delegati fraterni di altre confessioni (ortodossi, anglicani, luterani, riformati e battisti) in qualità di esperti e uditori. Per la prima volta sostanzialmente potranno partecipare a tavoli di lavoro e discussioni all’interno dei lavori.
Valérie Duval Poujol, teologa battista e presidente della Commissione ecumenica della Federazione protestante di Francia è fra questi, in rappresentanza dell’Alleanza battista mondiale. Unica donna del gruppo, vive questa importante esperienza «con molta responsabilità e partecipazione. E’ vero che i media hanno posto l’accento soprattutto sulla questione dell’accesso all’eucarestia per i divorziati e risposati, ma in realtà sono molti e più ampi gli argomenti che varranno trattati: la contraccezione, gli abusi sui bambini, il maschilismo, l’omosessualità. C’è un grande sforzo per proporre un lavoro ecumenico che possa tener conto delle varie tensioni: un conto è ciò che la Chiesa cattolica afferma come precetto da seguire, e un conto ciò che invece i ministri di culto si trovano a trattare nel quotidiano. La società ha subito mutamenti radicali, e questo sinodo ha il compito di rispondere a questi cambiamenti». Alla domanda se l’invito del Sinodo l’ha sorpresa, la Poujol risponde che «è vero che le chiese battiste in Francia sono relativamente poco note, una componente minoritaria all’interno della minoranza protestante. Ma a livello mondiale l’Alleanza battista può contare su più di 42 milioni di fedeli, ed è per me un onore essere stata segnalata come membro partecipante. La nostra presenza è anche un segno di come con il dialogo le relazioni cambino di livello e acquisiscano valore: infatti al medesimo invito ricevuto durante il Concilio Vaticano II, l’Alleanza battista aveva opposto un rifiuto. Oggi grazie ai passi ecumenici fatti insieme le nostre relazioni hanno un livello tale di fiducia che permettono questo genere di importanti collaborazioni».
Articolo tratto da www.protestants.org