Libri - La singolare fortuna di un «navigatore oceanico»
07 ottobre 2014
La recensione di Spettri di Nietzsche di Maurizio Ferraris, edito da Guanda
«Un’avventura umana e intellettuale che anticipa le catastrofi del Novecento». E’ il sottotitolo di Spettri di Nietzsche, il libro che Maurizio Ferraris, docente di filosofia teoretica all’Università di Torino ha scritto sulla vita e l’opera dell’inquieto filosofo tedesco. La cui vicenda tanto somiglia a quella del pittore Van Gogh. Entrambi figli di pastori protestanti. Uno scacco la vita di entrambi, ossessionata dal mistero di Dio, costellata di fallimenti, segnata infine dalla follia. E tuttavia entrambi celebrità mondiali subito alla loro morte, le star più acclamate della filosofia e dell’arte moderne.
I due casi più eclatanti della vertigine di angoscia che informa tutta o quasi la grande cultura dell’800 occidentale. Che, vivendo un’età di meravigliosi quanto forsennati cambiamenti, avverte che il mondo è tellurico, corre pericolosamente sul ciglio di una, imperterrita ai più, discesa nelle tenebre. L’autore racconta a ritroso, come chi risalga un fiume partendo dalla foce, la vicenda di Nietzsche. Da Torino, città che Nietzsche ama e dove si chiude nel 1889 nel naufragio della mente la parabola del suo pensiero creativo (morrà idiota a Weimar nel 1900), a Rocken, frazione di Lutzen dove nasce nel 1844. Vicenda che Ferraris evoca con la corrispondenza partecipe del viaggiatore postumo che, di stazione in stazione, ripercorre le rotte del «navigatore oceanico», l’ulisside del pensiero che Nietzsche è stato. Dove «il primo filosofo a fare del turismo nel senso moderno» soggiornava a Torino,«in via Carlo Alberto c’è lo studio del mio commercialista - Ferraris rivela - pago le tasse nella stanza di Zarathustra... Con gli anni mi sono reso conto di essere stato in quasi tutti i posti in cui ha soggiornato Nietzsche, oltre ad essere nato, cresciuto e invecchiato nella città in cui conobbe la pienezza dello spirito che tenta l’ignoto». Dei tanti intellettuali dell’800 che avvertono al pari di Nietzsche i sentori che l’Occidente sta franando anziché marciare verso il progresso, l’autore ne cita uno in particolare, Conrad, lo scrittore di Cuore di tenebra, dove il viaggio nei penetrali dell’Africa «interiore» - il cinema lo riprenderà nel film di Coppola Apocalypse now, trasferendolo nel delta del Mekong vietnamita - è allegoria dello smottamento nichilista delle promesse prometeiche della Ragione. «Io sono Marlow, il testimone secondario. Lui è Kurtz» , scrive Ferraris, assimilando se stesso al personaggio - l’io narrante del romanzo breve di Conrad - che risale il fiume Congo sulle orme di Kurtz che come Nietzsche si è addentrato nell’orrore del Male assoluto.
A ogni stazione del peregrinare di Nietzsche e dell’echeggiare delle sue idee nello spirito europeo Maurizio Ferraris fa corrispondere un elemento del pensiero del filosofo di Rocken, così arduo e al contempo così divulgato, nostro contemporaneo come nessuno: l’opposizione spirito apollineo - spirito dionisiaco, equivalente a ragione - impulso alla vita che, dai Greci in poi, attraversa la cultura dell’Occidente, l’Eterno ritorno, il nichilismo. la morte di Dio, la trasvalutazione di tutti i valori, la volontà di potenza. L’autore del libro spiega come un pensiero che sicuramente ha i caratteri di un elitarismo di destra, aristocratico e individualistico, conforme all’idea della forza - seppure nulla abbia a che fare con la nazificazione che da qualche parte se n’è fatta quasi mezzo secolo dopo - piaccia tanto e a così tanta intellettualità di sinistra: a motivo del suo ribellismo antiborghese, del suo appellarsi a un «monopolio del cuore», a un intenerimento astratto e letterario per il proletariato, a un bisogno di giustizia che non ha ancora un nome.
Gli spettri di Nietzsche, gli aforismi del suo pensiero asistematico così discutibile e discusso sono per Ferraris chiavi di lettura della fenomenologia dello spirito della nostra modernità e post-modernità, del suo frenetico e tragico cambiamento. Scrive il libro come poteva scriverlo il filosofo che lui racconta, per capitoletti brevi come aforismi, con un linguaggio dotto ma veloce, semplice, intrigante, modernissimo. Una carrellata sulla storia intellettuale del '900 che comprende, tra i tantissimi nomi, romanzieri e filosofi, ma anche star della cultura pop, cantanti del rock come Jim Morrison dei Doors, Mick Jagger dei Rolling Stones.
Maurizio Ferraris – Spettri di Nietzsche – 2014. 266 pagine - 18 euro